Aggettivi e pronomi indefiniti – Quiz

Quiz intermedio, pronomi indefiniti

Aggettivi e pronomi indefiniti

Quiz di Livello Intermedio / Avanzato

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Qualche espressione con il verbo FARE – Audio

fa schifo

Il verbo FARE è molto adatto per costruire espressioni tipiche della lingua parlata

Ciao a tutti. Oggi ho voglia di scrivere in italiano. Per questo breve articolo, ho deciso di selezionare alcune espressioni comuni con il verbo fare.

Questa volta, ci concentreremo su diverse espressioni con una struttura ben definita: fare + sostantivo (noun). Eviteremo quindi i modi di dire che includano preposizioni, articoli o la forma causativa (fare + verbo all’infinito).

Per esempio, studieremo FARE COMPLIMENTI ma non FARE DEI COMPLIMENTI. Il significato è molto diverso.

Fare pena

Possiamo identificare due significati molto diversi.

Una cosa, una persona o un concetto astratto fanno pena quando sono di pessima qualità.

  • Quest’anno gli addobbi di Natale in città fanno davvero pena.
  • Certo che l’inglese della vostra professoressa fa pena.
  • Le cravatte che indossa il mio capo di solito fanno pena, ma oggi ne ha una bella.

Un secondo significato, in aggiunta a un pronome indiretto (fare pena a me, a te eccetera), significa che si prova dispiacere, compassione per qualcuno.

  • I giovani senza un lavoro mi fanno pena.
  • Nostra zia è rimasta sola, ci fa molta pena.

La stessa espressione può essere usata per esprimere disprezzo, disgusto.

  • Sparisci dalla mia vista, mi fai pena.

Fare senso, impressione, schifo

Fare senso, fare impressione, fare schifo, sono tre espressioni associate al verbo fare che si usano per descrivere una cosa disgustosa, esprimere repulsione, nausea. Fra le tre, fare schifo è la più forte. Anche in questo caso possiamo mettere un pronome indiretto, con la differenza che il significato della frase non cambia particolarmente.

  • Gli insetti mi fanno senso, non potrei mangiarne neanche uno.
  • Il sangue fa impressione a mio fratello. Di solito sviene quando lo vede.
  • I broccoli fanno schifo. Così come fanno schifo le carote.

L’uso di fare impressione, spiega la mia scelta di non includere espressioni con articoli determinativi o indeterminativi. Fare una buona impressione, è evidentemente diverso da fare impressione. In alcuni casi, fare impressione, con o senza pronome, significa to be impressive, con un significato evidentemente neutro.

  • La prima volta che ho visto il Colosseo a Roma, mi ha fatto impressione.
  • Fa impressione vedere dal vivo una partita di calcio.

Fare acqua (da tutte le parti)

Fare acqua si riferisce a un ragionamento illogico, non credibile, un progetto sbagliato. “Doesn’t hold water”, in inglese. Di solito si dice “fare acqua da tutte le parti”. Per esempio:

  • La difesa dell’imputato al processo, faceva acqua da tutte le parti.
  • La nostra squadra fa acqua da tutte le parti, non vinceremo mai.
  • La strategia del partito politico, fa acqua da tutte le parti.

Fare finta

Possiamo usare diversi esempi per descrivere questo modo di dire. Il primo che mi viene in mente è fare finta di..+ verbo all’infinito. Il significato è abbastanza chiaro, no?

  • Mio figlio stamattina faceva finta di stare male per non andare a scuola.
  • Quel turista ha fatto finta di non capire l’italiano per non pagare il biglietto.
  • Mario fa finta di dormire per ascoltare quello che dico.

Un secondo modo di dire molto consolidato è fare finta di niente, come guardare dall’altra parte, ignorare una situazione.

  • In certi casi, è meglio fare finta di niente.
  • Non possiamo far finta di niente, non è giusto.
  • Ha fatto finta di niente e se n’è andata.

Fare conto (su / che)

Esattamente cone in inglese, si può dire contare su qualcuno. Fidarsi, appoggiarsi, fare affidamento..

  • Faccio conto su di te per risolvere quella situazione.

Può significare anche “tenere in considerazione”, (take into account)

  • Arrivo appena posso. Fai conto che ci metterò almeno un’ora.

Fare complimenti

Naturalmente, non significa fare un complimento. Fare complimenti significa essere timido o troppo rispettoso. Non fare complimenti, è un invito a rilassarsi, mettersi a proprio agio, comportarsi in modo naturale senza chiedere permesso.

  • Fate come foste a casa vostra, non fate complimenti.
  • Mangia pure quello che vuoi, non fare complimenti.
  • Signora, entri e si accomodi, non faccia complimenti.

Fare incetta

Quando un articolo, un prodotto è particolarmente richiesto, la gente ne fa incetta. Lo compra fino ad esaurirlo.

  • Durante il Black Friday, gli americani fanno incetta di prodotti a buon mercato.
  • I tifosi hanno fatto incetta di biglietti per la finale di Champions League.
  • I bambini hanno fatto incetta di dolci alla festa di compleanno.

Fare visita

C’è un po’ di confusione tra i miei studenti sull’uso del verbo visitare. Quando la domenica si va a casa di parenti, si può dire visitare ma è meglio dire “andare a trovare” o fare visita a qualcuno.

  • Domani andiamo a fare visita ai parenti in Sicilia.

Fare domanda

Ho deciso di includere anche questa particolare espressione perché è un’utile e comune traduzione di “to apply”.

  • Mio padre ha fatto domanda per la pensione.
  • Hai fatto domanda per il risarcimento dei danni?
  • Davide farà domanda per entrare nei carabinieri.

Ci sono molte altre espressioni del genere con il verbo fare, ma per oggi mi fermo qui. Se ci sono domande, fatemi sapere.


Un buon amico o un amico buono? Position of adjectives in Italian

Position of adjectives in Italian

Former French Prime Minister General de Gaulle, talking about Italy in a famous 1958 interview, said that

L’Italia non è un Paese povero, è un povero Paese.

This smart and arrogant pun about Italy, not a poor but a miserable country, explains quite well the lesson point of today: the position of adjectives in Italian sentences.

I decided to write this post because the position of adjectives in Italian, and their relative weight and meaning for describing a noun, seems to be confusing to both beginners and expert students. In any case, whether you are a beginner or a long time affezionato alla lingua, this is a good chance to look a this topic and practice.

It is important to clarify that the natural position of an adjective in our language is after the noun.

Giuseppe è un ragazzo alto. VS Giuseppe è un alto ragazzo.

I chose the aggettivo alto because it’s not subject to any interpretation, it’s a fact. When we talk about a fact, the position is always after the noun it describes (Giuseppe in this case).

However, there are other aggettivi that are open to interpretation:

  • Fabio è un buon insegnante

  • Fabio è un insegnante buono.

In this case, the aggettivo qualificativo “buono”, good, has a relative value. In the first sentence, we want to say that Fabio is a good teacher, he can do this job well. In the second sentence, we are saying that Fabio is a teacher, and on top of that is a good person, well mannered, kind, not evil (non è un insegnante cattivo).

It is clear that the same word, buono, has two different meanings. In other words, Fabio 1 is a good teacher but perhaps he’s strict, gives a lot of homework and is not particularly friendly. All in all, is a “buon insegnante”. Fabio 2 is friendly and nice, students like him, but perhaps is not as goods as Fabio 1 in doing his job.

Many textbooks and websites simplify the matter saying that an adjective before a noun is descrittivo, describes the noun from a point of view, and after the noun is restrittivo, meaning that applies a label, an absolute value to the noun.

Let me give you another clear example of an adjective that changes the value of the noun when it changes the position.

  • Conosco i vecchi amici di Fabio.

  • Conosco gli amici vecchi di Fabio.

Clearly, I’m saying that I know Fabio’s old friends in the first sentence. “Vecchi” describes a sentimental value of his friends. They’ve been friends for a long time. In the second, I’m saying that I know his old friends, not the young ones, talking about age, not the length of their friendship.

This is just part of the story, as in many cases the position of an adjective does not change the value of the noun it describes.

The distinction descrittivo / restrittivo is not always black and white.

  • Sono andato a una fantastica festa.

  • Sono andato a una festa fantastica.

We are used to describe an event saying it’s fantastico and in such cases, it doesn’t matter if you put it before or after the noun. We expect a festa to be fantastica, it’s an opinion but also a common fact.

There are cases where the position of an adjective in Italian is fixed, after the noun.

  • Nationality: Jason è quel nostro amico scozzese.

  • Shape: Preferirei comprare il tavolo rotondo.

  • Colour: Ho comprato un paio di scarpe verdi.

  • Altered adjectives: Fabrizio è un ragazzo gracilino; Mara ha i capelli rossicci; Questa è una casa piccolina… etc.

Finally, it’s rather common in spoke Italian to put the adjective just at the beginning of a sentence, to emphasise its importance. We can even imply the existence of the verb essere.

  • Bella, la tua nuova casa.

  • Orribile, il delitto compiuto da questo ragazzo.

  • Interessante, questo film.

There are other less important particular cases regarding the position of adjectives in Italian, but we’ll stop here today. Alla prossima!

Corriere della Sera: L’Italia vista da de Gaulle – Paese piccolo o piccolo Paese?

 

Quiz di vocabolario, livello intermedio – 5 minuti.

Livello intermedio

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Va tutto bene – Il verbo “andare” nella lingua quotidiana

va-tutto-bene

Espressioni colloquiali con il verbo andare

Ciao a tutti, come va? Oggi parleremo dell’uso comune di un verbo importante come andare.

Come sapete tutti, andare significa to go, ed è un verbo onnipresente nella lingua di tutti i giorni. Come tale, si presta benissimo alla formazione di modi di dire, idiomi, espressioni figurate. Oggi vedremo alcuni esempi.

Cominciamo con po’ di grammatica, rivedendo un uso particolare del verbo andare.


“Andare” nelle frasi passive

Abbiamo già toccato questo argomento in un altro post, quando abbiamo parlato della forma passiva, quella che in inglese chiamiamo passive voice. In altre parole:

  • Giuseppe prepara la cena → La cena è preparata da Giuseppe.

In alcuni casi, è molto comune usare il verbo andare invece di dovere essere. Per esempio.

  • Mario deve essere aiutato. → Mario va aiutato.
  • I bambini devono essere accompagnati. → I bambini vanno accompagnati.

Espressioni colloquiali con andare

Esiste una infinità di espressioni della lingua parlata più o meno idiomatiche, più o meno colorite che possiamo costruire con il verbo andare. Oggi vedremo alcuni esempi. Naturalmente, se ne volete conoscerne di più, possiamo parlarne durante la lezione su Skype. Cominciamo.

  • Andare a rotoli – Fall apart / Go downhill

Il matrimonio di Paolo e Francesca e andato a rotoli.

  • Andare a genio – To be suitable

L’orario del nuovo lavoro mi va proprio a genio.

  • Andare a picco – To sink, go down rapidly

Il valore delle mie azioni è andato a picco dopo la crisi finanziaria.

  • Andare (o venire) al sodo – Cut the chase

Non ho tempo da perdere, andiamo al sodo!

  • Andare alle stelle – Skyrocket

Il prezzo della verdura sta andando alle stelle.

  • Andare in rovina – Fall to ruin / Go bankrupted

Dopo la caduta dell’impero, Roma andò in rovina.

  • Andare di traverso – To choke on / To take the wrong direction

Ha mangiato così velocemente che il pollo gli è andato di traverso.

  • Lasciarsi andare – To loosen up

È un tipo molto riservato, non si lascia mai andare.

  • Andare a ruba – To fly off the shelves

Quel nuovo modello di scarpe è subito andato a ruba.

  • Andare in porto – To make a deal, to succeed

Sono sicuro che il contratto a Roma non andrà in porto.

  • Andare in palla – To go haywire

Durante l’esame di inglese, mio fratello è andato completamente in palla.

  • Andare (o cascare) a fagiolo – To fit perfectly / Perfect timing

Stavo cercato proprio te, il tuo aiuto mi va a fagiolo.

  • Andare controcorrente – To go against the tide

Federica è sempre andata controcorrente, e aveva ragione.

  • Andare per le lunghe – To take too long

Temo che la riunione di domani andrà per le lunghe.

  • Andare di lusso – Hit the jackpot / Avoid big trouble

Al check in, mi hanno mandato in business class con un semplice biglietto. Mi è andata di lusso.

Per oggi è tutto. Se avete domande, fatemi sapere. Alla prossima!


Raffaello Sanzio: Studio della Leda e il cigno di Leonardo (1505)

I am living… vivo o sto vivendo? Italian VS English Gerund

Italian and English progressive gerund are different

Let’s see some examples

STARE + GERUNDIO

 

In this post we will take into consideration only the progressive use of the Italian Gerundio. Please read this other post in Italian to learn more in detail all the uses of stare + gerundio. For functions other than the progressive gerundio, please look at this post.

Cosa fa Laura?

  • Sta guardando la tivù.
  • Guarda la tivù

 

Laura is watching TV. That’s pretty much how one would describe this action in English, using the present progressive. Italian is different in this respect. We can use the simple present or the combination STARE + GERUNDIO.


The use of progressive tenses in Italian is very limited compared to English. We generally use the presente or imperfetto of stare and the gerund for building the present and past progressive.

  • Sto facendo (= faccio) colazione.
  • Mentre stavo facendo (= facevo) colazione, mi ha chiamato Marco.

 

While I was having breakfast, Marco called.

In Italian, I can say “mentre facevo…” or “mentre stavo facendo …” without changing the meaning of the sentence.


In English, one can use the present progressive to describe an action in the near future. Not in Italian.

  • I’m having dinner with a friend tonight.
  • Vado a cena con un’amica stasera. / Andrò a cena con un’amica stasera

 

In this case we can use the simple presente or the futuro. “Sto andando a cena con un’amica…” means only right now, in this precise moment.


Another significant difference is with the verb vivere / abitare:

  • I am living in London now.
  • Adesso abito a Londra

 

We do not say “Sto vivendo / abitando a Londra”. However, “Luigi sta vivendo un momento difficile” means that he’s going through difficult times. Vivendo here is more like experiencing.


On a completely different level, we do not use the stare + gerundio to mean that “We’ve been doing … / We had been doing …”  something, for or since some time.

  • I’ve been studying Italian for three years.
  • Studio l’italiano da tre anni.

  • David has been living in Rome since he was ten.
  • David abita a Roma da quando aveva dieci anni.

  • Viviana had been waiting for an hour when I arrived.
  • Viviana aspettava / stava aspettando da un’ora quando sono arrivato.

 

There’s no “been / stato” here in Italian. As a native Italian speaker, when I have to use these structures in English, I find it very challenging. Italians use a simple present in combination with “da”, or the imperfetto / stavo + gerundio for the past instead.


Last note about the passive voice combined with the continuous tense as “… is being”. For example:

  • My room is being painted.
  • La mia stanza viene verniciata adesso.

 

In Italian we can’t say “è stando / sta stando”, it doesn’t make any sense. We may opt for the use of the verb venire instead of essere and maybe clarify that this is happening now, adesso. The easiest solution is to avoid the passive and the progressive together and say “Stanno verniciando la mia stanza”.

I decided to keep this post very simple. The stare + gerundio is more complex if we take into account other moods and tenses, such as the congiuntivo.

  • Pensavo che Mario stesse lavorando.

Not today. Please ask questions in the comments.

That’s it for today. Alla prossima.


Painting: Francesco Hayez – La meditazione – 1848

 

Affinché, Poiché, Benché, ….ché.

Affinché,-Poiché,-Benché,-....ché

Ci sono delle congiunzioni italiane che terminano con …ché (perché, poiché, etc).

Ciascuna di queste congiunzioni ha una funzione particolare. Naturalmente, visto che si assomigliano, è complicato distinguerle se non si usano spesso.

Un altro elemento di complessità, è il congiuntivo. Molte di queste parole, infatti, introducono il congiuntivo e perciò aggiungono ulteriore un livello di difficoltà. Quando si usa il congiuntivo? Quando invece no?

Cercheremo di semplificare e di chiarire la differenza tra queste parole con qualche piccolo aiuto in inglese.

  • Affinché

Può significare “so that…”, “in order to”, “whereby”…

  • Ho lavorato molto affinché i miei figli potessero studiare.

Nella lingua parlata, “perché” è più comune di “affinché” in questo caso.

  • Ho lavorato molto perché i miei figli potessero studiare

  • Purché

Purché significa “a condizione che…”, provided that / as long as…

  • Bambini, potete giocare in giardino, purché mi facciate dormire.

  • Benché

Benché significa “anche se / sebbene”, although, even though…

  • La squadra ha giocato benissimo, benché fossero tutti molto stanchi.

  • Poiché

Poiché significa “siccome, dal momento che”, since, because… In Italiano di solito non si inizia una frase con “perché”, a meno che non sia una domanda.

  • Poiché sei stato un buono studente, meriti una bella vacanza.

  • Cosicché (Sicché)

Cosicché, o sicché, assomiglia a “quindi, di conseguenza “, therefore, so that…

  • Ho dimenticato le chiavi, sicché sono dovuto tornare a casa.

  • Anziché

Anziché significa “invece di, invece che”, instead of.

  • Anziché andare in vacanza a luglio, abbiamo deciso di partire a settembre.

Grazie e a presto!

 

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Guido Reni – Ragazza con una rosa (1630)

Niente, nessuno, mai, mica, affatto, neanche – Audio

Niente, nessuno, mai, affatto neanche Audio

Oggi faremo pratica con le frasi negative usando alcune parole chiave: “niente, nessuno, mai, mica, neppure” e altre

Audio

 

Oggi parleremo solo in italiano, con qualche piccolo aiuto in inglese.


Neanche, Nemmeno, Neppure

Le parole “anche ” e “pure”, potremmo tradurle con “also / too”, mentre “meno” significa “less”.

Per semplificare ai minimi termini, quando le uniamo a una negazione (non), otteniamo “Neanche”, “Neppure” e “Nemmeno”.

Queste parole hanno due possibili significati:

  • Non ho fame, e tu? Nemmeno io.
  • Neanche oggi c’è il sole.
  • Non mi piace il nuovo capo. – Neppure a me.

In questo caso, queste tre parole assomigliano all’inglese neither, anche se non esiste una perfetta corrispondenza con l’italiano.

 


Esaminando altri tre diversi esempi, possiamo notare delle differenze:

  • Quando ero studente, non avevo nemmeno i soldi per l’affitto.
  • Giulio non mi ha neanche fatto gli auguri per il compleanno.
  • Il Primo Ministro non è neppure laureato!

Un po’ come “not even…” in inglese.

 


 

Per niente, Affatto, Mica

Queste tre pressioni si utilizzano per rinforzare una frase negativa.

Prendiamo per esempio la frase: “non sono stanco”.

Questo significa semplicemente “I am not tired”. Come regola generale, per costruire una frase negativa in italiano è sufficiente mettere la parola “non” prima del verbo.

Aggiungiamo queste tre parole alla frase “non sono stanco”.

 

  • Non sono per niente stanco.
  • Non sono affatto stanco.
  • Non sono mica stanco.

 


Questo significa che “I’m not tired at all”. Con alcune piccole differenze. “Per niente” e “affatto” sono equivalenti.

“Niente affatto” potrebbe essere tradotto come “not at all”.

Il caso di “mica” invece appartiene alla lingua parlata.

È una parola quasi idiomatica. Il suo significato originario è “briciola”, “breadcrumb”.

In italiano moderno, la parola ha perso questo significato, ma ha mantenuto l’idea di “piccolo”.

Neanche un po’

Siccome la frase è idiomatica, bisogna usare la parola “mica” solo al momento giusto.


Niente, Mai, Nessuno

In questi tre casi, forse saprete già che in italiano si deve usare quella che apparentemente sembra una doppia negativa.

  • Non faccio mai sport nel fine settimana.
  • Davide non ha comprato niente di interessante al mercato.
  • Ho telefonato a casa di Lucio ma non ha risposto nessuno.

 

“Non” è parte di mai, niente, nessuno. Non ne è in contrasto.


Più raramente, possiamo usare Mai, Nessuno, Niente all’inizio della frase. In questo caso, non dobbiamo usare non.

  • Nessuno saprà il tuo segreto.
  • Niente potrà fermarci.
  • Mai nella mia vita ho riso così tanto.

 


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    Spero che questa breve lezione sia stata utile e che abbiate imparato qualcosa di nuovo. Se volete, potete prenotare una lezione di italiano su Skype con me.

    Alla prossima!


     

    Giuseppe De Nittis – Le corse al Bois de Boulogne – 1881

    I sentimenti negativi: indignarsi, arrabbiarsi, annoiarsi – Audio

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    Siamo tutti buoni, naturalmente. Qualche volta però, ci arrabbiamo, ci indigniamo, ci annoiamo e facciamo anche di peggio

    Continuiamo con la serie di post in italiano descrivendo delle emozioni molto comuni che, naturalmente, esistono in tutte le lingue. Oggi ci limiteremo a descrivere tre sentimenti: la rabbia, l’indignazione, la noia.

    Come possiamo arrabbiarci in italiano? Esiste un’incredibile varietà  di parole ed espressioni, quindi ci concentreremo su qualche esempio.


    Arrabbiarsi

    Diciamo subito che in questo post non studieremo le parolacce. Se volete impararle, ve ne posso insegnare qualcuna durante le nostre lezioni.

    Cominciamo con la rabbia, un sentimento negativo che purtroppo è molto comune. Ecco alcune espressioni idiomatiche per esprimerla. Non tutte sono intuitive o particolarmente chiare, però sono molto comuni e comprensibili per un italiano. Volete saperne di più? Ne riparleremo a lezione.

    • Porca miseria: “Ma porca miseria com’è potuto succedere?”
    • Me la paghi: “Questa volta non la passerà liscia, me la pagherà.”
    • Te la faccio vedere io: “Se mi capiti sottomano, te la faccio vedere io!”
    • Cavolo: “Cavolo, perché devo sempre arrabbiarmi?”
    • Vai a quel paese: “Mi hai davvero stancato; sai cosa ti dico? Vai a quel paese!”

    Indignarsi

    Tra indignazione e la rabbia, esistono alcune differenze e molte similitudini. Uno può dire “porca miseria” anche quando è indignato e un po’ arrabbiato. Visto che ci sono molte espressioni simili, cercheremo di usare esempi pertinenti. Anche in questo caso, se volete collegare gli esempi con delle situazioni reali, ci vediamo a lezione.

    • Non ci credo: “Mi stanno mettendo una multa. Non ci credo!”
    • Non finisce qui: “Questa storia non finisce qui. Ci vedremo in tribunale.”
    • Quando è troppo è troppo: “Adesso basta, quando è troppo, è troppo.”
    • Roba da non credere: “Non avevo mai visto una cosa simile. Roba da non credere”
    • Si vergogni: “Alla sua età! Si vergogni”


    Annoiarsi

    • Che palle: “Quanto è noioso questo film. Che palle, cambia canale.”
    • Non ce la faccio: “Non ce la faccio a stare a questa festa, torniamocene a casa.”
    • Uffa!: “Questa fila interminabile. Uffa!”
    • Che barba: “Che barba il traffico di Milano, vorrei essere al mare.”
    • Quanto sei noiosa: “Sempre a casa a guardare la tivù, quanto sei noiosa.”

    Come notato da alcuni, “che palle” è un’espressione molto colorita, usata in contesti informali.

     

    Allora, vi aspetto a lezione per discuterne e per introdurne altre nuove. Alla prossima!


     

    Vittorio Matteo Corcos: Ritratto di Ettore Panzacchi – 1894

    Capitare, succedere, accadere, avere luogo… – to happen – QUIZ

    Mi è stato chiesto di spiegare alcuni verbi italiani che in inglese si traducono con “happen, take place, occur…”

    Siccome la lezione di oggi è abbastanza complessa, ho deciso di scriverla solamente in italiano.

    Ultimamente, durante alcune lezioni su Zoom, ho spiegato la differenza tra alcune parole chiave molto comuni che in inglese si potrebbero tradurre con to happenoccur, take place.

    Cercate di capire le sfumature e i diversi usi di queste parole.

    Siete pronti?

    La prima parola chiave è succedere.

    (continues …)


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    Capitare, succedere, accadere, avere luogo…

    To happen, occur, take place in Italian

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    • È successo tutto molto velocemente.
    • Prima o poi succederà un disastro.
    • Perché certe cose succedono sempre a me?

    La seconda è accadere.

    • Vedere una luna così luminosa e vicina è un evento che accade ogni 10 anni.
    • Prima della fine della partita, possono accadere molte cose.
    • Le cose belle accadono quando non te le aspetti.

    Un verbo simile, ma leggermente diverso, è capitare.

    • Ogni tanto mi capita di dimenticare le chiavi a casa.
    • Spero che non capiti a te quello che è successo a me.
    • Può capitare a tutti di sbagliare un congiuntivo.

    La prossima parola chiave è avvenire.

    • Il nostro incontro è avvenuto per caso.
    • In questa chiesa dicono che sia avvenuto un miracolo.
    • Nella vecchia casa di campagna avvengono dei fatti misteriosi.

    Un verbo “pronominale” con il pronome “–si”, svolgersi.

    • Il prossimo incontro tra insegnanti e genitori si svolgerà nella sala professori.
    • La manifestazione si è svolta senza incidenti.
    • La vendemmia si svolge ogni anno all’inizio di settembre.

    Un altro verbo con “si”, verificarsi.

    • Nella giornata di domani potrebbero verificarsi dei temporali in Sicilia.
    • Nessuno sa quando si verificherà il prossimo terremoto.
    • Se aumentasse il prezzo della benzina, si verificherebbe anche un aumento dei prezzi della verdura.

    Un ultimo verbo simile, tenersi.

    • La festa del paese si terrà anche in caso di pioggia.
    • Ai tempi dei romani, al Colosseo si tenevano degli spettacoli cruenti.
    • Ieri si è tenuto l’incontro tra il Primo Ministro e l’ambasciatore di Francia.

    Un po’ differente, l’espressione avere luogo.

    • L’incidente ha avuto luogo ieri verso mezzanotte.
    • La Biennale dell’arte di Venezia, ha luogo ai giardini dell’Arsenale.
    • Secondo fonti giornalistiche, la rapina avrebbe avuto luogo in pieno giorno.

    Spero che questi esempi siano stati utili, per farvi capire meglio le differenze tra questi verbi ed espressioni della lingua parlata.

    Se volete saperne di più, possiamo parlarne a lezione.


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    Antonio Donghi –  Donna alla toletta  (1930) – Roma, Galleria d’Arte Moderna

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