Saggezza popolare nei modi di dire italiani: fortuna, destino, coraggio e perseveranza

Cosa impareremo oggi

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I modi di dire italiani racchiudono una tradizionale saggezza popolare, che spazia tra concetti di fortuna, destino, coraggio e perseveranza. Espressioni all’estremo tra loro come, per esempio, “la fortuna aiuta gli audaci” e “campa cavallo che l’erba cresce” ci insegnano che spesso la vita è un equilibrio tra il nostro coraggio e l’attesa inutile della giusta opportunità. In questa lezione impareremo come alcuni detti popolari riflettano il nostro modo di affrontare le sfide della vita quotidiana, bilanciando la sorte e la determinazione. Alcuni dei modi di dire che seguono, hanno un perfetto equivalente in inglese, altri no. Risolvi il quiz in fondo alla pagina e metti alla prova il tuo italiano!

Italian idiomatic expressions contain traditional popular wisdom, spanning concepts of luck, fate, courage, and perseverance. Extreme expressions, such as “fortune favours the bold” and “wait patiently for things to happen,” teach us that life is often a balance between our courage and waiting, sometimes in vain, for the right opportunity. In this lesson, we will learn how some of these Italian sayings reflect our way of facing daily life’s challenges, balancing fate and determination. Some of the following sayings have a perfect equivalent in English, while others do not. Solve the quiz at the bottom of the page and test your Italian skills!


Fortuna

La fortuna ha un ruolo fondamentale nei modi di dire italiani, come forza imprevedibile che può portare successi o fallimenti. Spesso associata all’idea di eventi che accadono senza un controllo diretto, la fortuna è vista come qualcosa che può essere in parte influenzata da chi ha il coraggio di agire. I modi di dire legati alla fortuna oscillano tra il prendere rischi e l’importanza della pazienza nell’attesa di opportunità favorevoli.

Luck plays a fundamental role in Italian idiomatic expressions, as an unpredictable force that can bring success or failure. Often associated with events beyond direct control, fortune is seen as something that can be partially influenced by those bold enough to act. Idioms related to fortune range from taking risks to the importance of patience in waiting for favorable opportunities

Ecco cinque modi di dire legati alla fortuna:

  • “Audaces fortuna iuvat” – “La fortuna aiuta gli audaci”. Questo modo di dire latino e italiano ci dice che chi prende rischi e si espone coraggiosamente viene spesso premiato dalla fortuna. L’espressione suggerisce che chi non teme di agire e affrontare le sfide può ottenere vantaggi e successi imprevisti.

    “Fortune helps the bold”. This Latin and Italian saying tells us that those who take risks and expose themselves courageously are often rewarded by fortune. The expression suggests that those who dare to act and face challenges can achieve unexpected advantages and success.
  • “Essere baciato dalla fortuna” – Essere estremamente fortunato. Questo modo di dire si usa per descrivere chi ha ottenuto successi o vantaggi inaspettati e fortunosi, quasi come se la fortuna avesse scelto quella persona in particolare.

    “To be kissed by fortune”. This saying is used to describe someone who has had unexpected successes or advantages, as if fortune had specially favored that person.
  • “Cadere in piedi” – Uscire indenni o con inaspettata fortuna da una situazione difficile o precaria. Questo modo di dire allude alla capacità dei gatti di atterrare sempre sulle quattro zampe, anche dopo una caduta. È spesso usato per descrivere chi, grazie alla fortuna, riesce a superare ostacoli senza subire conseguenze negative.

    “To fall and land on one’s feet”. This saying refers to coming out of a difficult situation unscathed or with unexpected fortune. It alludes to the ability of cats to always land on their feet after a fall. It is often used to describe someone who, thanks to luck, manages to overcome obstacles without negative consequences.
  • “Nato con la camicia” – Questo modo di dire si riferisce a una persona che sembra essere particolarmente fortunata fin dalla nascita, spesso senza aver fatto nulla per meritarselo. La fortuna sembra accompagnarla naturalmente, sia per circostanze fortunate di nascita che per puro caso.

    Born with a shirt” – This saying refers to someone who seems to be particularly lucky from birth, often without having done anything to deserve it. Luck seems to naturally follow them, whether due to fortunate circumstances of birth or sheer coincidence.
  • “Avere una fortuna sfacciata” – Avere una fortuna straordinaria e inaspettata. Si usa per descrivere qualcuno che ottiene successi o risultati eccezionali in modo fortuito, con una fortuna quasi esagerata.

    “To have shameless luck”. This expression is used to describe someone who achieves extraordinary success or results unexpectedly, with almost excessive luck.

Destino

Il destino, inteso come un disegno già scritto a cui non possiamo sfuggire, è un tema ricorrente in molti modi di dire italiani. Uno dei più evocativi è “essere sotto una spada di Damocle”, che descrive la condizione di chi vive sotto una minaccia costante, simbolo di un pericolo imminente e inevitabile.

The concept of destiny, understood as a prewritten design from which we cannot escape, is a recurring theme in many Italian idiomatic expressions. One of the most evocative is “to be under the sword of Damocles,” which describes the condition of someone living under constant threat, symbolizing an imminent and unavoidable danger.

Ecco cinque modi di dire legati al destino:

  • “Essere sotto una spada di Damocle” – Vivere sotto una minaccia costante, con un pericolo imminente che incombe. La frase allude alla leggenda di Damocle, un cortigiano che, pur godendo di grandi ricchezze e potere, si rese conto della precarietà della vita quando una spada fu appesa sopra di lui con un solo crine di cavallo.

    To be under the sword of Damocles. This expression refers to living under a constant threat, with imminent danger looming overhead, like Damocles who realized life’s fragility when a sword hung over him by a single thread.
  • “Andare a patrasso” – Morire o fallire, alludendo al termine del cammino della vita o di un’impresa. L’espressione scherzosa proviene da un errore linguistico che ha trasformato l’espressione latina “ire ad patres” (andare agli antenati, morire) in “andare a Patrasso”, una città della Grecia.

    To go to Patras. This means to die or fail, referring humorously to the end of life’s journey or an endeavor, originating from a linguistic mistake transforming the Latin “ire ad patres” (to go to the ancestors) into “to go to Patras”, a Greek city.
  • “Tirare i fili del destino” – Essere colui che controlla o manipola gli eventi e le vite degli altri, come un burattinaio che tira i fili. Si riferisce al concetto di avere potere o controllo sugli sviluppi della vita.

    To pull the strings of fate. This means to be the one controlling or manipulating events and others’ lives, like a puppet master pulling the strings, referring to having power or control over life’s developments.
  • “Deus ex machina” – Un intervento esterno, spesso improvviso e inaspettato, che risolve una situazione apparentemente irrisolvibile. Il termine deriva dal teatro greco, dove un dio veniva “calato” sul palco tramite una macchina per risolvere situazioni impossibili.

    Deus ex machina. This phrase refers to an external intervention, often sudden and unexpected, that resolves an apparently hopeless situation. The term originates from Greek theater, where a god would be “lowered” onto the stage by a machine to resolve impossible situations.
  • “Il dado è tratto” – Indica che una decisione importante è stata presa e non si può più tornare indietro. La frase fa riferimento a Giulio Cesare, che attraversando il Rubicone con il suo esercito, diede inizio a eventi inevitabili.

    The die is cast. This expression refers to an important decision that has been made, and there is no turning back. It originates from Julius Caesar crossing the Rubicon, symbolizing the point of no return.

Coraggio

Il coraggio è spesso celebrato nei modi di dire italiani, dove viene visto come la capacità di affrontare le difficoltà senza tirarsi indietro. Espressioni come “avere fegato” sottolineano come il coraggio e la determinazione possano portare al successo, anche nelle situazioni più rischiose.

Courage is often celebrated in Italian idiomatic expressions, where it is seen as the ability to face challenges without backing down. Expressions like “avere fegato” highlight how courage and determination can lead to success, even in the most risky situations.

Ecco cinque modi di dire legati al coraggio:

  • “Avere fegato” – Il fegato, nell’antichità, era considerato la sede del coraggio e della forza. Questo modo di dire si usa per descrivere una persona che affronta situazioni difficili senza paura, dimostrando grande coraggio.

    “To have liver”, to have guts. In ancient times, the liver was considered the seat of courage and strength. This expression is used to describe someone who faces difficult situations fearlessly, showing great bravery.
  • “Tirare fuori le unghie” – Questo modo di dire suggerisce che una persona, di solito tranquilla o passiva, mostri improvvisamente forza e determinazione per difendere sé stessa o i propri interessi, proprio come un animale che usa le unghie per difendersi.

    “To pull out the nails”, to show one’s claws. This saying suggests that someone, usually calm or passive, suddenly shows strength and determination to defend themselves or their interests, like an animal using its claws for defense.
  • “Fare il passo più lungo della gamba” – Metaforicamente, questo modo di dire avverte di non prendere decisioni o rischi eccessivi rispetto alle proprie capacità. Suggerisce cautela nell’affrontare situazioni più grandi di quanto si possa gestire.

    “To take a step longer than the leg”, to bite off more than one can chew. Metaphorically, this saying warns against making decisions or taking risks that are too big for one’s abilities. It suggests caution when facing situations bigger than one can handle.
  • “Tirare dritto” – Questo modo di dire rappresenta la determinazione nel continuare su una strada senza deviare, nonostante le difficoltà o le critiche. È usato per indicare chi non si lascia scoraggiare e persevera.

    “To pull straight”, to keep going straight ahead. This expression represents determination in continuing on a path without swerving, despite challenges or criticism. It’s used to describe someone who remains undeterred and perseveres.
  • “Avere le spalle larghe” – Si riferisce alla capacità di sopportare grandi responsabilità o difficoltà senza crollare. Chi ha “spalle larghe” è visto come qualcuno che può gestire con forza compiti pesanti e situazioni difficili.

    “To have broad shoulders”. This refers to the ability to bear great responsibilities or difficulties without collapsing. Someone with “broad shoulders” is seen as someone who can handle heavy tasks and difficult situations with strength.

Perseveranza

La perseveranza è una qualità spesso esaltata nei modi di dire italiani, dove viene vista come la capacità di non arrendersi, anche di fronte a ostacoli apparentemente insormontabili. Espressioni come “tenere duro” ci insegnano come la perseveranza e la determinazione possano portare a superare anche le prove più difficili.

Perseverance is a quality often celebrated in Italian idiomatic expressions, where it is seen as the ability to not give up, even in the face of seemingly insurmountable obstacles. Expressions like “tenere duro” (“to hold firm”) teach us how perseverance and determination can lead to overcoming even the toughest challenges.

Ecco cinque modi di dire legati alla perseveranza:

  • “Tenere duro” – Questo modo di dire rappresenta l’idea di resistere a una situazione difficile senza cedere, mantenendo la propria posizione con fermezza. Usato per descrivere una persona che affronta le avversità senza arrendersi.

    “To hold firm”. This expression represents the idea of resisting a difficult situation without giving in, holding one’s ground firmly. It is used to describe someone who faces adversity without giving up.
  • “Stringere i denti” – Simboleggia la forza di volontà di resistere al dolore o alla fatica in situazioni difficili. Viene spesso usato per incoraggiare qualcuno a perseverare, anche quando la situazione sembra insopportabile.

    “To clench one’s teeth”. This symbolizes the willpower to endure pain or fatigue in difficult situations. It is often used to encourage someone to persevere, even when the situation seems unbearable.
  • “Rimboccarsi le maniche” – Questo modo di dire invita ad agire con impegno e determinazione, preparandosi a lavorare duramente per superare una sfida o risolvere un problema.

    “To roll up your sleeves”. Same as in English. This saying invites one to act with commitment and determination, preparing to work hard to overcome a challenge or solve a problem.
  • “Chi la dura la vince” – Questo detto sottolinea come la perseveranza porti al successo, suggerendo che chi continua a lottare nonostante le difficoltà alla fine riuscirà a prevalere.

    “Whoever persists wins”. This saying highlights how perseverance leads to success, suggesting that those who keep fighting despite difficulties will eventually prevail.
  • “Fare buon viso a cattivo gioco” – Accettare una situazione difficile con calma e positività, senza lamentarsi. Questo detto invita a mantenere il controllo anche in situazioni sfavorevoli.

    “To make a good face to a bad game”. This expression means accepting a difficult situation with calm and positivity, without complaining. It encourages maintaining composure in adverse situations.

Spero che queste frasi vi siano utili per migliorare il vocabolario. Provate il quiz!

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Esercizio

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Il passato prossimo – A Comprehensive Overview for Beginners

A Complete Guide to Using Passato Prossimo for Expressing Past Actions in Italian


Today, we will dive deep into the passato prossimo, a key Italian past tense that allows us to express completed actions with precision and nuance. We will explore its formation, usage, and intricacies, offering rich examples to clarify each point.

What is the Passato Prossimo?

The passato prossimo is an essential tense in Italian, used to describe actions or events that have already been completed in the past. While it shares some similarities with the English present perfect tense (e.g., “I have eaten”), it functions more like the simple past tense in many cases (e.g., “I ate”), as it often expresses a completed action in the past that is not necessarily linked to the present.

This tense is a compound tense, which means it consists of two parts: an auxiliary verb and a past participle. The auxiliary verb, either the present tense of essere (to be) or avere (to have), helps form the tense, while the past participle shows what action was completed in the past.

Auxiliary Verb + Past Participle

For example, in English, you say, “I have eaten.” In Italian, this would be “Ho mangiato.” Here, “ho” (I have) is the auxiliary verb, and “mangiato” (eaten) is the past participle.

However, the sentence often translates better into English as “I ate” with no connection with the present. Let’s look at some more sentences:

  • Ho finito il libro che mi avevi consigliato. – I have finished the book you recommended. (Can also mean “I finished the book you recommended.”)
  • Sono andati in vacanza alle Maldive. – They went on holiday to the Maldives.
  • Abbiamo visto un bellissimo tramonto ieri sera. – We saw a beautiful sunset last night.
  • Sono tornata a casa dopo un lungo viaggio. – I returned home after a long journey. (Note: tornata agrees in gender with the subject. The speaker is a female.)

When to Use Essere or Avere

The selection between essere and avere as auxiliary verbs is fundamental in Italian and can alter the meaning of the sentence.

Passato Prossimo with Essere and Avere

PronounEssere + Andato/a/i/eAvere + Mangiato
IoSono andato/aHo mangiato
TuSei andato/aHai mangiato
Lui/LeiÈ andato/aHa mangiato
NoiSiamo andati/eAbbiamo mangiato
VoiSiete andati/eAvete mangiato
LoroSono andati/eHanno mangiato

Here’s a detailed guide on when to use each:

Using Avere:

In Italian, most verbs use avere as the auxiliary verb in the passato prossimo. Specifically, we use avere with transitive verbs. These are verbs that can take a direct object, which means they answer the question “what?” or “whom?” directly.

Transitive Verbs: Verbs that take a direct object. For example:

  • Ho mangiato una mela. – I ate an apple. (What did you eat? An apple.)
  • Abbiamo comprato un’auto nuova. – We bought a new car. (What did you buy? A new car.)
  • Hanno finito il lavoro. – They finished the work. (What did they finish? The work.)
  • Ho scritto una lettera. – I wrote a letter. (What did you write? A letter.)

These verbs focus on the action performed directly on an object, hence the use of avere.

Using Essere:

Conversely, essere is used with intransitive verbs, which are verbs that do not take a direct object. Instead, these verbs often express a state of being, movement, or change and revolve around the subject rather than a direct object. Here are the key categories:

1. Verbs of Movement: These verbs indicate a physical movement from one place to another. Examples include:

  • Sono andato al supermercato. – I went to the supermarket.
  • Siamo venuti a trovarti ieri. – We came to visit you yesterday.
  • Sono salito sul treno. – I got on the train.
  • Siete partiti per la vacanza. – You (plural) left for vacation.
  • Sono sceso dall’autobus. – I got off the bus.
  • È ritornato a casa. – He returned home.

These verbs focus on the transition or movement from one place to another, necessitating essere as the auxiliary verb.

2. Verbs of Change: These verbs indicate a change of state or condition and also require essere. Examples include:

  • È diventato famoso. – He became famous.
  • Sono cresciuti in fretta. – They grew up quickly.
  • È morto l’anno scorso. – He died last year.
  • È nato in Italia. – He was born in Italy.
  • È rimasto sorpreso. – He was surprised.

3. Reflexive Verbs: They are verbs where the subject and the object are the same, and the action reflects back onto the subject. Reflexive verbs always use essere as the auxiliary verb. The past participle must agree with the subject in gender and number.

  • Mi sono svegliato presto. – I woke up early.
  • Ci siamo divertiti molto alla festa. – We had a lot of fun at the party.
  • Si è vestita rapidamente. – She got dressed quickly. (Note the agreement in gender and number.)
  • Ti sei lavato le mani? – Did you wash your hands?
  • Si sono incontrati al parco. – They met in the park.

4. Verbs Like “Piacere”: Verbs that function similarly to piacere use essere. These verbs often indicate feelings or states of being and require the past participle to agree with the subject.

  • Mi è piaciuto il film. – I liked the movie. (lit. The movie was pleasing to me.)
  • Ci sono mancati i nostri amici. – We missed our friends. (lit. Our friends were missing to us.)
  • Le è sembrato strano. – It seemed strange to her.
  • Gli è piaciuta la canzone. – He liked the song. (lit. The song was pleasing to him.)
  • Ci è voluto molto tempo. – It took us a long time. (lit. Much time was needed to us.)

For verbs like piacere, the subject of the sentence is often the thing being liked or experienced, which requires attention to agreement and sentence structure.

Exceptions and Special Cases

Not all verbs neatly fit into these categories, and some intransitive verbs use avere instead. Common exceptions include:

  • Ho dormito bene. – I slept well.
  • Abbiamo viaggiato tutta la notte. – We traveled all night.
  • Hanno telefonato a Maria. – They called Maria.
  • Ho camminato per ore. – I walked for hours.

Some verbs can be both transitive and intransitive, depending on the context.

For example, correre (to run) can be transitive as in Ho corso una maratona (I ran a marathon) or intransitive as in Sono corso a casa (I ran home). As a general rule, when you run to a destination, we use “essere”.

Understanding whether to use essere or avere depends on recognising these patterns and practicing with different verbs to see how they work in various contexts.

Audio: Examples of Passato Prossimo

Listen to these examples of the passato prossimo to hear how the tense is used in different contexts. Repeat to improve your pronunciation and understanding.


  • Ho raccontato una storia interessante. – I told an interesting story.
  • Hai incontrato il nuovo collega? – Did you meet the new colleague?
  • Ha visitato tutti i musei della città. – She visited all the museums in the city.
  • Siamo andati a cena fuori. – We went out for dinner.
  • Avete studiato per l’esame? – Did you (plural) study for the exam?
  • Hanno deciso di restare a casa. – They decided to stay home.
  • Ho comprato un regalo per il compleanno di mia sorella. – I bought a gift for my sister’s birthday.
  • Hai letto il libro che ti ho prestato? – Did you read the book I lent you?
  • Ha fatto una foto bellissima. – He/She took a beautiful picture.
  • Siamo arrivati in ritardo. – We arrived late.
  • Avete trovato le chiavi? – Did you (plural) find the keys?
  • Hanno perso il treno. – They missed the train.

Listening Task: Il fine settimana di Anna e Marco


Listen to the following dialogue between two friends discussing their weekend plans. Pay attention to the use of passato prossimo and practice repeating each line.


  • 🧔🏻 – Marco: Ciao Anna! Che hai fatto nel weekend?Hi Anna! What did you do over the weekend?
  • 👩🏼‍🦰 – Anna: Ciao Marco! Sono andata al mare con la mia famiglia. E tu?Hi Marco! I went to the beach with my family. And you?
  • 🧔🏻 – Marco: Ho visitato il museo di arte moderna con degli amici. È stato molto interessante!I visited the modern art museum with some friends. It was very interesting!
  • 👩🏼‍🦰 – Anna: Che bello! Avete mangiato in un ristorante?Nice! Did you eat at a restaurant?
  • 🧔🏻 – Marco: Sì, abbiamo cenato in un ristorante italiano. Il cibo era delizioso.Yes, we had dinner at an Italian restaurant. The food was delicious.
  • 👩🏼‍🦰 – Anna: La prossima volta voglio venire anch’io!Next time, I want to come too!
  • 🧔🏻 – Marco: Assolutamente! Sarà divertente.Absolutely! It will be fun.

FAQ’s

Q: How do I know when to use essere or avere?

A: Use avere for transitive verbs that take a direct object, and essere for intransitive verbs, reflexive verbs, and verbs of movement or change.

Q: Are there exceptions to these rules?

A: Yes, some intransitive verbs use avere, like dormire and camminare. Context is key to understanding these exceptions.

Exercise


Practice forming sentences in the passato prossimo by matching the subjects with the correct auxiliary verb and past participle. Check your answers at the end of the lesson.

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Assignment: after the Zoom Class

Here is your assignment to complete after our lesson. Please answer the questions thoughtfully. Your teacher will review and provide feedback on your responses. You’ll receive confirmation via email once your work has been reviewed. Good luck, and feel free to reach out if you have any questions!


Pronomi Relativi – Quattro Chiacchiere

Questa lezione è parte del corso di conversazione su Zoom “Quattro Chiacchiere”. Abbiamo deciso di rendere questo particolare argomento grammaticale disponibile per tutti.

Il corso si articola in 4 lezioni al mese, una alla settimana:

  • Lettura
  • Vocabolario
  • Grammatica
  • Ascolto

La lezione di oggi è quella di Grammatica.

Per avere più informazioni riguardanti il corso, potete cliccare su questo link.


Che cosa sono i pronomi relativi

I pronomi relativi italiani sono che, cui e quale.

La funzione di un pronome relativo è doppia: sostituisce (pronome) e mette in relazione (relativo) due frasi che hanno un elemento in comune.

Per esempio:

  • Mi piace la maglietta + Hai comprato la maglietta =

    Mi piace la maglietta + che hai comprato.
    (frase reggente) + (frase subordinata relativa)

Il pronome relativo “che” sostituisce il nome “maglietta” e unisce due frasi che hanno una relazione logica con “maglietta”.

In questo senso, il pronome relativo ha la doppia funzione di pronome e congiunzione. Infatti, a volte è difficile distinguere le due funzioni, specialmente quando usiamo “che”.

Il pronome relativo è sempre parte della frase subordinata, quella debole, dipendente dalla frase reggente.

Il nome (la maglietta) deve sempre avere un articolo determinativo, in questo caso “la”, oppure indeterminativo , per esempio “una”. In genere, il nome (la maglietta) precede immediatamente il pronome relativo: la maglietta + che

A volte, la frase relativa interrompe e divide la frase reggente, dandoci un’informazione aggiuntiva:

  • Stefano, che abita nel nostro palazzo, è un buon amico.

Che

Il pronome relativo “che” viene usato molto spesso con altre funzioni ed è in assoluto una delle parole più diffuse della lingua italiana, tra le prime dieci. E’ un pronome invariabile e può essere utilizzato come soggetto, oppure oggetto diretto.

  • L’uomo che sta camminando è mio fratello.
  • La donna che hai conosciuto si chiama Laura.
  • I ragazzi che giocano in cortile fanno rumore.
  • Le donne che abbiamo salutato, sono mie colleghe.

Il pronome “che”:

  • non cambia mai e non importa che il nome sia maschile, femminile, singolare o plurale.
  • sostituisce un soggetto (l’uomo che sta camminando…).
  • oppure un oggetto diretto (la donna che // tu // hai conosciuto…).

Non ha bisogno di articoli, ad eccezione del seguente caso:

  • Oggi non piove, il che mi rende felice.

    il che… = e questo fatto…

Nell’ultimo caso, “il che” sostituisce ed enfatizza una frase intera (Oggi non piove) e dobbiamo aggiungere l’articolo “il + che”.

Si tratta comunque di una costruzione un po’ pesante ed è preferibile usare altre forme di sostituzione:

Oggi non piove, / e questo / e ciò / mi rende felice.


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I vari usi di “che”


Come anticipato, grazie alla sua semplicità ed eleganza, la parola “che” ha un uso molto diffuso nella lingua italiana e rappresenta diverse funzioni logiche all’interno di una frase. In particolare, oltre ad essere un pronome relativo, possiamo usare “che” come:

  • Aggettivo interrogativo: Che cravatta indosserai per il matrimonio?
  • Pronome interrogativo: Che stai facendo?
  • Aggettivo esclamativo: Che macchina fantastica!
  • Pronome esclamativo: Che dici!
  • Congiunzione subordinante: Mi hanno detto che ti sposi.
  • Parte di congiunzioni complesse: poiché, benché, affinché, … eccetera.

E’ importante usare “che” in modo corretto, senza confonderlo con “cui” o “quale”.


Cui

Il pronome “cui” è invariabile, nel senso che non dipende dal genere del nome che sostituisce. Non è maschile o femminile, singolare o plurale. A differenza di “che”, “cui” ha generalmente bisogno di una preposizione perché è un complemento indiretto, non un semplice oggetto ma un luogo, un mezzo, un argomento, un materiale eccetera.

  • La casa in cui vivo è troppo piccola. (luogo)
  • Non capisco il motivo per cui ti arrabbi. (causa)
  • Ricordi la strada da cui siamo venuti? (luogo)
  • Non ho sentito le notizie di cui state parlando. (argomento)
  • Il parco davanti a cui abito è verdissimo. (luogo)

Ricapitolando, possiamo notare che “cui”:

  • non cambia mai e non importa che il nome sia maschile, femminile, singolare o plurale.
  • è sempre accompagnato da una preposizione propria o impropria (di, a, da, in, con, su, per, tra/fra // dentro, sotto, sopra, davanti, dietro, dopo… eccetera).

Non è mai accompagnato da un articolo, ad eccezione del seguente caso:

  • Questo è l’attore il cui film mi era piaciuto tanto. —> il cui = il film dell’attore… (whose)

“Il cui” (ma anche la, i, le cui) rappresenta l’appartenenza, il possesso, chiamato “specificazione” in grammatica, ed è l’unico caso in cui non si aggiunge una preposizione.

Quale

Il pronome “quale” è quasi equivalente a “cui”, nel senso che solitamente rappresenta un complemento indiretto. Si tratta di un pronome più complesso rispetto a “che” e “cui”, ed è perciò meno frequente nella lingua parlata, ma non è insolito.

Si trasforma con il cambiare del numero, singolare o plurale, e si accompagna ad articoli maschili e femminili per evidenziare il genere.

Usiamo le stesse frasi per capire come il pronome “quale” cambia.

  • La casa nella quale vivo è troppo piccola. (luogo)
  • Non capisco il motivo per il quale ti arrabbi. (causa)
  • Ricordi la strada dalla quale siamo venuti? (luogo)
  • Non ho sentito le notizie delle quali state parlando. (argomento)
  • Il parco davanti al quale abito è verdissimo. (luogo)

Le frasi sono perfettamente intercambiabili con quelle che abbiamo utilizzato precedentemente con “cui”. Notiamo però che:

  • “Quale” ha il plurale “Quali”.
  • Ha sempre bisogno di una preposizione articolata (in + la = nella quale vivo)

Esiste un caso in cui possiamo usare “quale” senza preposizione, solo con l’articolo (il quale, i quali, la quale, le quali) come sostituto di “che”, ma quasi esclusivamente nell’italiano scritto o nei registri linguistici elevati.

  • Questa ragazza, la quale ( = che) vive a Milano, è un’amica.

La scelta tra che, cui, quale

In generale, “che” si usa come pronome relativo per le forme dirette, cioè come sostituto di un soggetto o di un oggetto. Vedi gli esempi sopra.

Sempre in linea generale, “cui” si usa come pronome indiretto, per indicare complementi differenti dall’oggetto (luogo, tempo, causa, mezzo, compagnia, materia eccetera).

“Quale” è il pronome più complesso e completo dei tre. E quindi è anche il meno usato nella lingua parlata perché è più “pesante” di “cui”. Tuttavia, è piuttosto frequente.

In caso di ambiguità, possiamo usare sia “cui” che “quale” per eliminare dubbi logici. Per esempio:

  • Ho visto il marito di Laura, che prende sempre la metropolitana.

In questa frase, presa fuori da ogni contesto, non sappiamo chi prenda la metropolitana. Laura o il marito? Possiamo quindi dire:

  • Ho visto il marito di Laura, il quale prende sempre la metropolitana. (il marito)
  • Ho visto il marito di Laura, la quale prende sempre la metropolitana. (Laura)

Possiamo usare “che” invece di “quando” o “in cui / nel quale” nelle frasi di tempo.

  • L’anno che (= in cui, durante il quale) ci siamo incontrati è stato speciale.

Al contrario, possiamo usare “dove” in sostituzione di “in cui” o nelle forme equivalenti di “nel quale” per parlare di un luogo:

  • La casa dove (= in cui / nella quale) sono cresciuta è stata demolita.


Altri pronomi relativi

Esistono altri pronomi che diventano occasionalmente relativi e che servono a sostituire e rappresentante concetti specifici. Si chiamano pronomi misti: “chi” e “quanto”.

Chi

Quando viene usato in qualità di pronome relativo, “chi” si riferisce a persone, mai a oggetti inanimati, e rappresenta il concetto indefinito di “le persone che”, “la persona che” o “chiunque”.

Si tratta di un pronome grammaticalmente singolare, ma può rappresentare sia una persona indefinita che delle persone in generale.

  • Chi non lavora, non guadagna soldi. (le persone che non lavorano)
  • Chi ti ha venduto quell’orologio, ti ha ingannato. (la persona che ti ha venduto l’orologio).

Essendo un pronome indefinito, non ha bisogno di un nome di riferimento da sostituire; è valido in assoluto.

Quanto

Ha una funzione dimostrativa e relativa. Sostituisce il concetto di “tutto quello che” o “tutti quelli che”, rispettivamente al singolare o al plurale.

  • Hai capito quanto ti abbiamo spiegato? (tutto quello che)
  • Ringraziamo quanti hanno partecipato alla raccolta di fondi. (tutte le persone che)

Quello che

Aggiungiamo a questa lezione il concetto di “quello che”, usato al singolare o al plurale per sostituire “chiunque”, “qualsiasi cosa” oppure “tutti”, “tutte le cose”, “tutto quello che”, “tutte le persone che”. Al singolare, può significare “la persona che”.

  • Farò quello che mi hai chiesto. (tutte le cose che mi hai domandato di fare).
  • Mario è quello che mi ha aiutato di più. (la persona che)
  • Non sopporto quelli che non pagano il biglietto dell’autobus. (tutte le persone che)

Quando parliamo di persone al plurale, è molto simile a “chi”.

E’ tutto. Risolviamo l’esercizio.


Quiz

i pronomi relativi


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Quattro Chiacchiere


Prima Lezione – 7 luglio 2024

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Corso di conversazione e grammatica su Zoom


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    Le preposizioni e i complementi – causa, limitazione, fine, quantità

    Nella seconda parte dedicata allo studio dei complementi e le relative preposizioni, esamineremo alcune categorie sicuramente meno comuni di quelle che abbiamo visto nella lezione scorsa, ma altrettanto importanti. Studieremo alcuni modi di dire legati ai complementi.


    Questo esercizio è parte del corso su Zoom “Le preposizioni nell’italiano parlato”.

    Il corso consiste di 5 lezioni su Zoom di livello intermedio e avanzato. La lezione in questione riguarda l’uso delle preposizioni per indicare una causa, una limitazione, uno scopo (fine), una quantità. Il corso sarà presto disponibile sul sito. Se vi interessa, provate il quiz.

    Qui sotto potete trovare solamente l’esercizio, che abbiamo deciso di condividere con gli amici della newsletter.


    Puoi fare Log-in se vuoi ricevere i risultati via email


    🧑🏻‍🏫

    Le preposizioni e i complementi

    causa, limitazione, fine, quantità


    -

    Grammatica: esprimere eventi futuri in italiano


    Ripasso: il futuro semplice e anteriore

    Diamo per scontato che, da studenti di livello intermedio e avanzato, abbiate già imparato le coniugazioni del futuro semplice. In ogni caso, per comodità, ripeteremo qui tutte le regole e le eccezioni che riguardano il futuro dell’indicativo.

    (continues …)


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    Esprimere eventi futuri in italiano

    Lezione di grammatica e Quiz di livello avanzato

    👩🏻‍🏫


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    Esercizio: – Le preposizioni e i complementi – luogo, modo, tempo, mezzo

    L’esercizio che segue è un esempio di come potrebbe essere un ripasso della lezione di grammatica nel corso “Quattro Chiacchiere”, un incontro settimanale su Zoom con studenti di livello intermedio e avanzato.

    Si tratta di un quiz che ha a che fare con le preposizioni e i complementi, degli elementi grammaticali che ci aiutano a costruire frasi complesse. Cercate di risolverlo e controllate il vostro punteggio finale.

    Se siete già iscritti al blog, potete fare log in e ricevere i risultati via email.

    🧑🏻‍🏫 – Le preposizioni e i complementi

    luogo, tempo, modo, mezzo


    -

    🧑🏻‍🏫- Le coniugazioni del congiuntivo 3 – “Condizionale e Congiuntivo”

    Questo esercizio fa parte del corso di gruppo su Zoom: “Congiuntivo 101”

    Questo è il terzo esercizio di ripasso compreso nel corso “Congiuntivo 101 – 5 lezioni su Zoom”, in cui gli studenti di un piccolo gruppo (4 o 5 persone) possono fare pratica studiando l’interazione tra condizionale e congiuntivo dopo la terza lezione dal vivo.

    Ho pensato di condividere con tutti i membri della comunità questo esercizio, per mostrare un tipico compito di ripasso delle strutture.

    Per favore, fate login per provare l’esercizio. Potete iscrivervi gratuitamente se ancora non lo avete fatto.

    (continues …)


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    🧑🏻‍🏫

    Le coniugazioni del congiuntivo – 3

    Condizionale e Congiuntivo


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    🧑🏻‍🏫 – Le coniugazioni del congiuntivo 2 – Imperfetto e Trapassato

    Questo è il secondo esercizio di ripasso compreso nel corso “Congiuntivo 101 – 5 lezioni su Zoom”, in cui gli studenti di un piccolo gruppo (4 o 5 persone) possono fare pratica studiando il congiuntivo imperfetto e trapassato dopo la terza lezione dal vivo.

    Ho pensato di condividere con tutti i membri della comunità questo esercizio, per mostrare un tipico compito di ripasso delle strutture.

    Per favore, fate login per provare l’esercizio. Potete iscrivervi gratuitamente se ancora non lo avete fatto.

    (continues …)


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    🧑🏻‍🏫

    Le coniugazioni del congiuntivo 2

    Esercizio di ripasso

    Imperfetto e Trapassato



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    🧑🏻‍🏫- Le coniugazioni del congiuntivo 1 – presente e passato

    Questo esercizio fa parte del corso di gruppo su Zoom: introduzione al congiuntivo, cinque lezioni

    Ho deciso di condividere l’esercizio con i membri freemium del blog, per dare a tutti l’occasione di mettersi alla prova con il congiuntivo presente e passato.

    (continues …)


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    🧑🏻‍🏫

    Le coniugazioni del congiuntivo – 1

    Presente e Passato


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    Quiz di livello intermedio – L’uso del “Lei”

    The Italian formal “Lei”

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