Il SI passivante e il SI impersonale – quiz avanzato

  • Oggi ripasseremo il si passivante e il si impersonale con un quiz di livello avanzato

Il si passivante e il si impersonale sono due importanti strumenti della lingua italiana, parlata e scritta. Si usano su tutto il territorio nazionale e, se ci fate caso, potete osservare come siano davvero onnipresenti.

Se non avete familiarità con questo argomento, potete vedere gli articoli relativi al si passivante e al si impersonale. L’obiettivo di questo quiz è di ripassare la differenza tra questi due tipi di “si”, non di spiegarla da capo.

Se studiate con me su Skype o Zoom, possiamo rivedere le regole insieme e approfondirle con degli esempi mirati.

Il quiz che segue introduce il comportamento del si passivante e del si impersonale nei tempi semplici e composti, con i verbi riflessivi e con gli aggettivi. Leggete attentamente gli esempi prima di rispondere alle domande.

Per semplificare, le domande introduttive si limitano al presente e al passato prossimo, ma nella pratica successiva vedremo altri tempi semplici e composti che conosciamo.

Se volete una spiegazione aggiuntiva, prenotate pure una lezione alla fine del quiz.

In bocca al lupo!

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Andare, Capitare, Convenire, Dispiacere – Audio Examples

andare-capitare-convenire-dispiacere

There are some Italian verbs and set phrases that sometimes have no clear subject. The verbs andare, capitare, convenire, dispiacere

We know that the subject in sentences with the verbs piacere, bastare, interessare, servire etc. may look like the object, could be a verb or even another sentence. For example:

  • Mi interessano i libri di storia.
  • Vi servirebbe studiare di più.

The subjects are not respectively io and tu, but the underlined parts.

Today we’ll take a closer look at other verbs with a confusing subject. Some work with indirect object pronouns, same as piacere, while others are just impersonal. Please read the examples and listen to the correct pronunciation. Your job will be to understand the structure and the meaning of the sentences. I’m not going to translate them.

We can do that together during our Skype class, if there are doubts. If you are new, you can book a trial class at the bottom of this page.


Andare

I know, andare is a verb you wouldn’t expect to see in this post. However, when andare is  combined with indirect pronouns (mi, ti, gli, le, ci, vi) it means “to feel like” or “to be eager to”.

If we add “male” / “bene”, or expressions as “andare a genio”, “andare a pennello”, “andare di traverso” the meaning is less intuitive. Try to guess.

  • Ti andrebbe di andare al mare?
  • Stefano è stanco. Non gli va di uscire.
  • Sono a dieta, non mi vanno le patate.

  • L’albergo vicino alla stazione ci va benissimo.
  • Ho comprato un biglietto della lotteria, ma ovviamente mi è andata male.

  • Il nuovo fidanzato di mia figlia non mi va a genio.
  • La camicia nuova ti va proprio a pennello.
  • Oggi Maria è disperata. Le va tutto di traverso.

Capito? If not, let’s talk about that in class.


Capitare

There’s a substantial difference between capitare and succedere, as “to happen”. Capitare always happens by chance, unpredictably. In English and Italian, something happens “to you, to him, to her…” etcetera, so we have to use an indirect pronoun, or simply “it happens”, capita or capitano.

There are also set-phrases with capitare, some with a clear subject.

  • Non mi era mai capitato di trovare lavoro così facilmente
  • Purtroppo è capitata una disgrazia
  • Se capitasse a voi, non sapreste come comportarvi.

  • Avevo bisogno di una mano. Capiti proprio a fagiolo!
  • Se capitate da queste parti, fatevi sentire. Vi aspetto.
  • Non ti devi vergognare, capita a tutti di sbagliare.
  • Se Mario mi capita a tiro, gliela faccio pagare.

Convenire

It’s really tempting to translate this as to convene. Although this may be correct in Italian, we don’t use it often with the meaning of “come together”. It could also mean “to agree”, but it’s very formal, unusual in spoken Italian.

The correct translation of convenire is to be convenient, appropriate, useful, worthwhile. Together with indirect pronouns, it means “I’d better …”. Mi conviene andare, I’d better go. Very informal, and common in the spoken language.

  • Non ti conviene fare il furbo. Ti conosciamo.
  • Ci conviene andare prima che faccia buio.
  • A questo punto, penso convenga prendere un taxi piuttosto che i mezzi.

Dispiacere

If you are new to the Italian language, you may think that dispiacere means “to dislike”.

Your assumption wouldn’t be wrong in negative sentences. “I don’t dislike it”, non mi dispiace is correct. We use this double negative to mean exactly what it says, that something “is not too bad”.

In a common sentence though, “mi dispiace” just means that I’m sorry.

The last three examples of our list are more idiomatic.

  • Ci è dispiaciuto molto quando ve ne siete andati.
  • Gli dispiacerebbe sicuramente se non trovassimo i biglietti.
  • Mi dispiace, avevo dimenticato il nostro appuntamento.

  • Mi dispiace da morire non averti incontrata a Natale.
  • Le dispiace se mi siedo di fianco a Lei?
  • Dispiace sempre quando la tua squadra perde.

Alla prossima.














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    Italian Comparatives and Superlatives: Review and Quiz

    italian-comparatives

    With Italian comparatives and superlatives we can express the intensity of an adjective or an adverb by making a comparison. Learn the Comparativi e Superlativi


    We can sort and analyse Italian Comparatives and Superlatives according to their function. We can start with comparatives, or comparativi.

    Comparativo di uguaglianza

    We can compare two elements with the same relative importance using come or quanto (‘as . . . as’) . We can also use the words tanto … quanto, altrettanto or così before the first element and make the comparison stronger.

    • La mia nuova macchina è tanto veloce quanto quella di prima. My new car is as fast as the one I had before.
    • La mia amica Laura è tanto bella quanto simpatica. My friend Laura is as pretty as nice.
    • In Italia la birra non è popolare come in Germania. In Italy, beer is not as popular as in Germany.

    Comparativo di maggioranza / minoranza

    The words più (‘more’) and meno (‘less’) are used to turn an adjective (aggettivo) into a comparative. We use the words di or che  (‘than’) for introducing the second element of the comparison:

    • La Ferrari è più cara della Porsche. Ferrari is more expensive than Porsche.
    • Venezia è meno grande di quanto pensassi. Venice is less big than I thought.
    • È più facile leggere che parlare in Italiano. It is easier to read than speaking Italian.
    • Fabio è più intelligente che forte. Mario is more intelligent than strong.

    The choice of DI or CHE is quite tricky, sometimes not linear in spoken Italian. There are more complex rules, which depend on the elements that you are comparing (two verbs or two nouns etc…). A simple rule of thumb that works pretty flawlessly is:

    • Compare two separate elements: DI.

    Mario è più ricco di Stefano.

    • Compare two elements of the same subject: CHE.

    Mario è più simpatico che intelligente.

    • Compare two actions. CHE

    Leggere è più rilassante che guardare la tivù.


    • La vita è più cara a Milano che a Napoli.
    • Monica è meno professionale di Laura.

    Special comparatives

    Four very common adjectives have a special form of comparative:

    • buono —-> migliore (più buono)
    • cattivo —-> peggiore (più cattivo)
    • grande —->maggiore (più grande)
    • piccolo —->minore (più piccolo)

    Regular and irregular comparatives in the third column are are both correct. Please note that:

    • Maggiore can mean ‘bigger, older/elder’ ‘greater’.
    • Minore can mean ‘smaller’ or ‘younger’, ‘less, the lesser’.

    For example

    • Ho due figli. Il maggiore si chiama Luciano, il minore Davide.

    A last important note: better and worse are meglio and peggio. They are adverbs, but we can use them as adjectives as well. For example:

    • Stefano cucina meglio di Mario.
    • Io parlo il giapponese peggio di te.

    ma anche:

    • Milano è meglio di Torino.
    • Non lavorare è peggio che avere un brutto lavoro.

    The second element of the Italian Comparatives and Superlatives are the superlativi. We can subdivide them in different categories for understanding better how they behave in a sentence.

     Superlativi relativi

    When something or someone has ‘the most’, the highest (or lowest) degree of a certain quality, in a specific context,  we use il più or il meno together with the relevant adjective. This is a relative superlative, in Italian superlativo relativo:

    • Serena è la ragazza più bella del paese.
    • Giuseppe Verdi è stato il più grande compositore Italiano.
    • Il Monte Bianco è la montagna più alta d’Italia.
    • Dario è il giocatore meno alto della squadra di basket.

    Again, a few common adjectives have a special form of relative superlative, as well as the regular one:

    • il migliore (il più buono)
    • il peggiore (il più cattivo)
    • il maggiore (il più grande)
    • il minore (il più piccolo)
    • Il prosecco è il migliore vino bianco italiano.

     Superlativi assoluti

    Indicates a very high or low degree of a certain quality in absolute terms, without any comparison. The easiest way to form a superlativo assoluto starting from an adjective is by adding the suffix -issimo or the feminine / plural declination.

    • Alberto è un ragazzo intelligentissimo.
    • Claudia viene da una famiglia ricchissima.
    • Le tue sorelle sono simpaticissime.
    • A casa mia ci sono dei mobili antichissimi.

    Alternatively, we can add the adverb molto, estremamente, decisamente or assai (obsolete in spoken Italian) to the adjective and obtain:

    • … molto intelligente
    • … estremamene ricca
    • … decisamente simpatiche
    • … assai antichi

    Sometimes, we can transform an adjective into an absolute superlative doing the following:

    • adding an adjective having the same/similar meaning: bagnato fradicio.
    • duplicating the adjective: facile facile.
    • adding bello instead of molto in the spoken language: bello contento.
    • adding il/la/i/le più … Flavia è la più bella (di tutte, implying “of all”)

    The usual four adjectives have also irregular absolute superlatives.

    • buonissimo/ottimo
    • cattivissimo/pessimo
    • grandissimo/massimo
    • piccolissimo/minimo

    A common mistake: we can’t turn a superlative into a “superlative-superlative”. In other words, expressions like “il più buonissimo” are wrong.

    I hope this recap was useful for understanding the Italian Comparatives and Superlatives.

    Please try the quiz. Alla prossima.

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    Quiz di livello B2 – Pronomi e comprensione del testo

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    Quiz sulle preposizioni semplici – Livello A2

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    Le preposizioni semplici – Ripasso


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    Storia dell’emigrazione italiana – Quiz di livello avanzato

    italian migrants

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    Foto: Mulberry Street, NYC – 1900 circa

    Testo tratto da: Storia dell’emigrazione italianaFocus.it – link all’articolo originale nella soluzione

    Quiz sulle Feste natalizie

    Ciao a tutti. Ecco un quiz sulle tradizioni natalizie e dell’ultimo dell’anno. In italiano


     

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    Anzi VS Invece – Audio & Quiz

    Impara la differenza fra anzi e invece

    Anzi e invece sono due congiunzioni avversative, cioè mettono in contrapposizione due elementi di una frase o delle frasi intere. Sono facili da confondere se l’orecchio non è abituato a sentirle in modo corretto, nel contesto giusto.

    Vediamo insieme come si usano e facciamo pratica con un quiz.


    ANZI

    Si usa per modificare, cambiare, contraddire quello che abbiamo appena detto.

    In questi esempi, usiamo anzi per modificare la frase precedente.

    • Domani finisco di lavorare alle 5, anzi alle 6.
    • Mi fai due caffè? Anzi, fammene tre per favore.
    • Luisa ha tre figli, anzi quattro.


    Qui, invece, lo usiamo per dare forza a un concetto espresso prima.

    • Il tuo lavoro è duro, anzi durissimo!
    • Sono contento, anzi contentissimo.
    • Non mi piacciono le barbabietole, anzi mi fanno schifo!


    Quando è preceduto da una frase negativa, anzi viene spesso usato da solo, come esclamazione, per dire “al contrario”.

    • I bambini non hanno fatto capricci, anzi. (sono stati bravi)
    • Federico non è povero, anzi! (è ricco)
    • Non fa per niente freddo, anzi. (fa caldo)



    INVECE

    Invece è più complesso di anzi.

    In generale, si usa invece per mettere in contrasto due frasi. Invece può somigliare a ma, però, al contrario.

    • Volevo comprare un iPhone, invece ho preso un telefono android.
    • Pensavo di uscire, invece sono rimasto a casa a vedere la tivù.
    • Pensavo che Gary fosse americano, invece è canadese.


    Invece di (che) + verbo all’infinito

    Entrambe le soluzioni, di e che, sono accettabili.

    Sarebbe più corretto usare invece di…, ma anche invece che… è piuttosto usato nella lingua quotidiana.

    • Invece di uscire con gli amici, tuo figlio gioca sempre a Minecraft.
    • Dovresti leggere qualche libro invece di startene lì a vedere Netflix.
    • Invece che faticare in cucina, stasera ordiniamo qualcosa dal cinese.


    Invece di (che) + nome.

    Possiamo semplicemente associare per contrasto alcuni oggetti animati o astratti usando invece.

    • Invece del latte, uso la panna per macchiare il caffè.
    • Per pagare le bollette uso la carta invece che il contante.
    • Alla fine invece di un cane, ho adottato due gatti.


    Invece che + preposizione + nome

    • Compro la frutta al mercato invece che dal fruttivendolo.
    • Preferirei tornare a Capri con te invece che con Livia.
    • Questa volta sono andato al lavoro in treno invece che in macchina.

    Come avrete potuto notare negli altri esempi, possiamo mettere invece all’inizio della frase senza cambiarne il significato.

    • Invece che in macchina, questa volta sono andato al lavoro in treno.



    Spero che gli esempi siano stati chiari e utili per capire la differenza tra anzi e invece. Mettetevi alla prova con il quiz.


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    Anzi VS Invece

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    Ernesto Basile  – Villino Florio – tappezzeria – 1899/1902

    Avverbi Particolari – Special Italian Adverbs – Audio

    Ancora, Appena, Cioè, Come, Ecco, Insomma – Audio

    Ancora, Appena, Cioè, Come, Ecco, Insomma – Audio


    Livello: intermedio

     

    Ci sono alcuni avverbi italiani che hanno usi e significati particolari. Oggi ne vedremo alcuni tra i più importanti. Le parole inglesi corrispondenti, non sono perfettamente uguali al significato italiano. Se avete domande, scrivete qui sotto.

    Ascoltate gli esempi audio e ripetete.


     

    Ancora

    La parola ancora, con l’accento sulla o,  ha diversi significati.

    Può indicare la continuità di un fatto nel presente, nel passato e nel futuro. (still)

     

    Anche ora – Anche allora

    • Sta ancora nevicando.
    • Questo tempaccio durerà ancora molto.
    • Ero ancora un ragazzino quando è arrivato internet.

    In frasi interrogative e negative, può voler dire “fino a quel momento” (not yet).

    • Dopo due giorni di viaggio, non eravamo ancora arrivati.
    • Non hai ancora ricevuto il conto del dentista?
    • Tra mezz’ora la torta in forno non sarà ancora pronta.

    Può significare “un’altra volta”. (again)

    • Mario è arrivato ancora una volta assonnato.
    • Se mi fai ancora la stessa domanda, mi arrabbio.
    • Proverò ancora l’esame che non ho superato.

    Oppure “in aggiunta” a qualcosa di esistente. (more)

    • Signora, vuole ancora della grappa?
    • Il presidente vuole ancora più potere.
    • Vorrei restare ancora un po’, ma devo guidare.

    Negli ultimi due esempi, ancora è accompagnato da più e un po’. Quando è in combinazione con altri avverbi, il significato di ancora viene moltiplicato (even more, less, better, worse…).  Per esempio:

    • In autunno l’Italia è ancora più bella.
    • Il risotto è ancora meglio il giorno dopo.
    • Dopo tutti questi scandali, la politica mi interessa ancora meno.
    • Nelle piccole città, il traffico è ancora ancora tollerabile.

    Nell’ultimo esempio, la ripetizione di ancora non è un errore. “Ancora ancora” significa in qualche modo, a malapena, bene o male.


    Appena

    Viene da a + pena, cioè a fatica, con difficoltà, a malapena, pochissimo (barely).

     

    • Ho appena i soldi per cenare stasera.
    • Avremo appena il tempo per cambiare treno.
    • Potevo appena sentire la sua voce.

    Vuole anche dire solamente, non più di…

    • Luisa aveva appena sei anni quando cominciò a suonare il piano.
    • Ci sono appena otto impiegati nella mia azienda.
    • Aveva appena mille euro in banca.

    Se parliamo di tempo, possiamo usare appena con il significato di da poco tempo, oppure nel momento in cui, spesso accompagnato dal “non” pleonastico.

    • Siamo appena tornati dalle vacanze e già vogliamo ripartire.
    • Appena sarò arrivato in albergo, ti telefonerò.
    • Non appena avranno i soldi, pagheranno il loro debito.

    Nell’ultimo esempio, il non è pleonastico, cioè non necessario, ridondante. Tuttavia, si usa molto per rimarcare una differenza con la condizione precedente. Ora non hanno soldi, ma presto li avranno.


    Cioè

    Nonostante la semplicità, questa parola è un piccolo mistero per qualche studente. Evidentemente, il significato nella lingua parlata non è sempre coerente con la spiegazione grammaticale. Vediamo come cioè si comporta nella lingua scritta e in quella di uso quotidiano.

    Ciò + è = cioè. “Questo è”, “in altre parole”, “significa che”, “ossia”, “vale a dire” (that is…, meaning…)

     

    • La scuola ricomincia dopo le vacanze, cioè a settembre.
    • Ci vediamo dopodomani, cioè mercoledì.
    • Lui è il figlio di mia sorella, cioè mio nipote.

    Molto frequentemente, cioè è un intercalare, una parola che riempie i vuoti, enfatizza le situazioni (a filler – i mean…).

    • Mario ha avuto un incidente. Cioè, è terribile!
    • Firenze è bella ma, cioè, ci sono troppi turisti.
    • Non mi aspettavo che suonassi così bene il piano. Cioè, sei davvero brava!

    Sono solo piccoli esempi, ma cioè si usa davvero molto e in situazioni in cui non ci si aspetterebbe di vedere questa parola. Cioè, avete capito?


    Come

    Cominciamo col dire che come è un avverbio e più raramente una congiunzione.

    Oggi parleremo di come nella funzione di avverbio.

    Come è una parola versatile e utilissima.

    Nel primo gruppo di esempi, come indica somiglianza e identità.

     

    • Sei come un fratello per me.
    • La partita è finita proprio come avevo immaginato.
    • Stefano è forte come un toro.

    Quando paragoniamo qualcosa o qualcuno a un pronome personale, lo indichiamo con la forma oggettiva.

    • Fabio è italiano come me.
    • Credevi che fossimo ricchi come te?
    • Vorrei parlare l’inglese bene come lui.

    …di come = di quello che…

    • E’ stato meglio di come immaginassi.
    • Sei più alto di come ti ricordavo.
    • Quel ristorante è meglio di come sembra.

    L’uso del congiuntivo o dell’indicativo in queste frasi è sovrapponibile. Nell’italiano parlato si usa spesso l’indicativo.

    Ovviamente, come si usa in domande dirette e indirette.

    • Come sei arrivato fino a qui?
    • Dimmi come fai a essere sempre allegra.
    • Com’è possibile?

    Quando si chiede di ripetere qualcosa.

    • Scusa, come dici?
    • Come?
    • Come, scusa?

    Può introdurre una posizione sociale, un mestiere “in qualità di…” (as a…)

    • Come madre, vorrei sempre sapere dove sono i miei figli.
    • Come medico, le consiglio un riposo assoluto.
    • Come Primo Ministro, ha lavorato molto bene.

    Come se… (as if…)

    • Fai pure come se fossi a casa tua.
    • Si comporta come se fosse un ragazzino.
    • Mi sento come se avessi vent’anni di meno.

    Infine, possiamo usare come nella lingua parlata per esprimere emozioni di vario tipo. Dal tono della voce, potere comprendere quali.

    • Ma, come ti permetti!
    • Come non detto.
    • Ora come ora, non avrei tempo.
    • Come sarebbe a dire che hai perso le mie chiavi?
    • Come osi!
    • Come sei gentile.

    Qualora vi sia sfuggito il significato di alcune espressioni, scrivete pure i vostri dubbi nei commenti. Esiste un gran numero di modi di dire con come. Ve ne insegnerò qualcuno molto presto.


    Ecco

    Tra gli avverbi più interessanti, troviamo ecco. La funzione più ovvia è quella di indicare la presenza o l’apparizione di qualcuno o qualcosa.

     

    • Ecco, tenga pure il resto.
    • Ecco qui la mia bicicletta. Ti piace?
    • Ecco, laggiù si intravede il mare.
    • Ecco mio figlio. E’ quello più alto.

    Quando è seguito da pronomi personali atoni mi, ti, ci, vi, lo, la, li e la particella ne, si unisce a formare una parla unica, molto espressiva e utile.

    • Eccomi, sono pronto. (here I am…)
    • Eccolo, è arrivato Fabio.
    • Eccoti i soldi che ti dovevo.
    • Ti serviva un telefono? Eccotelo.

    Quando si introduce o si termina un pensiero articolato o si raggiunge una conclusione, ecco diventa fondamentale per attrarre l’attenzione di chi ascolta.

    • Ecco, secondo me, qual è il problema che ci affligge.
    • Se vi interessa, ecco la mia opinione.
    • Ecco, volevo dire solo questo.
    • Ecco perché ho voluto fare quel viaggio.
    • Ecco tutto.

    Quando è seguito da un participio passato, ecco la funzione di chiusura, di conferma che  un’azione è terminata o iniziata.

    • Ecco fatto, ho finito.
    • Ecco risolto il mistero.
    • Eccolo arrivato, in orario come sempre.

    Infine ecco, che si distingue per la brevità e per il suono deciso, torna molto utile come intercalare. Si usa spesso quando si esita in un’affermazione o una richiesta.

    • Ecco, vedi, le cose non stanno come pensi.
    • Allora, ecco, volevo dirti che ho cambiato idea.
    • Insomma, ecco, mi chiedevo se potessi aiutarmi.

    Insomma

    Per finire, ho scelto l’avverbio insomma. Come cioè, e appena, anche il significato di insomma è piuttosto intuibile. In + somma. In conclusione. Come gli altri ha una funzione importante nella lingua parlata. Cercherò di usare degli esempi in un italiano vicino alla lingua di tutti i giorni.

    Come “in conclusione”.

     

    • Insomma, abbiamo capito che non te ne frega niente.
    • Gli attori erano bravi, ma la storia alla fine era banale e prevedibile. Insomma, il film non mi è piaciuto.
    • La spiaggia era bellissima, l’albergo pulito e tenuto bene. Insomma, ci siamo trovati bene.

    Detto con un tono dubbioso, poco convinto, insomma suona un po’ come “niente di speciale”, “mica tanto”, “così così”.

    • Vi siete divertiti? –  Insomma.
    • C’era molta gente? – Insomma.
    • Valeva la pena di vederli dal vivo? – Insomma.

    Come esclamazione, quando si è persa la pazienza, significa basta! allora! quindi?

    • Ma insomma!
    • Insomma, ti sbrighi si o no?
    • Insomma! E’ da una vita che vi aspettiamo

     

     


    La lista degli esempi potrebbe continuare all’infinito, ma mi fermo qui. Se avete domande o commenti, scrivete pure o chiedete durante la lezione su Skype. A presto.

     


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      Giandomenico Tiepolo – La passeggiata in villa – 1791 – Fondazione Musei Civici di Venezia

      La forma passiva – Ripasso, Quiz & Audio

      forma passiva

      Oggi ripasseremo la forma passiva con un quiz e degli esempi audio


      Abbiamo già studiato la forma passiva, ma vale la pena fare un ripassino.

      Siete pronti?

      La forma passiva si ha quando il soggetto non compie un’azione ma la subisce. Per esempio:

      • Giulia prepara il risotto.
      • Il risotto è preparato da Giulia.

      Nella prima frase, Giulia è la protagonista. Nella seconda, lo è il risotto.

      Giulia, in questo caso, è “l’agente”, cioè il soggetto logico dell’azione, mentre il risotto è il soggetto grammaticale della frase passiva.

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      Adolfo Wildt – Il Maestro Arturo Toscanini – 1924

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