I connettivi – Esercizio di ripasso


E’ molto importante usare i connettivi in modo corretto. Lo faremo con un esercizio di ripasso

Con questa breve introduzione e il quiz vedremo a grandi linee cosa sono i connettivi e come si usano. Per una spiegazione più approfondita, possiamo parlarne a quattr’occhi su Skype.

Veniamo al dunque. I connettivi italiani sono congiunzioni, avverbi, locuzioni, alcuni verbi che hanno la funzione di collegare in modo logico dei fatti, dei concetti, degli eventi all’interno di una frase.

Non parliamo perciò di elementi grammaticali che non hanno valore logico in sé. Per esempio, i pronomi relativi (cui, quale, che etc…) connettono due frasi ma sono “neutri” non hanno significato intrinseco. Non sono connettivi.

In sostanza, i connettivi mettono in relazione logica due o più elementi di una frase instaurando un rapporto:

  • di causa (poiché, per colpa di…)
  • di conseguenza (allora, dunque…)
  • di tempo (poi, successivamente…)
  • di scopo (affinché, in modo da…)
  • di modo (come, nel modo che…)
  • di contrasto (però, tuttavia…)
  • di concessione (nonostante, d’altra parte…)
  • di dubbio (se, supponendo che…)
  • di inclusione (e, anche …)
  • di esclusione (tranne, eccetto…)
  • di struttura, ossia un’ampia famiglia di parole chiave che servono a introdurre, chiarire e spiegare, ordinare e concludere, esprimere opinioni e generalizzare.

Ne possiamo parlare a lezione su Skype. Nel frattempo, potete risolvere il quiz. Se siete già iscritti o siete miei studenti potete fare login e accedere liberamente al quiz; altrimenti, iscrivetevi gratuitamente usando il form in questa pagina per ricevere questi esercizi nel vostro inbox.

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I connettivi – Esercizio di ripasso

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Indicativo trapassato prossimo spiegato in italiano – Quiz

Oggi parleremo del trapassato prossimo dell’indicativo, in italiano. Quiz di livello intermedio

Avevamo già parlato del trapassato prossimo in un altro blog per principianti, in inglese. E’ tempo di approfondire l’argomento con un articolo in italiano e un quiz di livello intermedio.

Che cos’è il trapassato prossimo

Prima di tutto, definiamo l’ambito del trapassato prossimo. Si tratta di un tempo passato dell’indicativo, il modo della realtà, e descrive “il passato del passato”. Gli altri tempi passati dell’indicativo sono il passato prossimo, imperfetto, il passato remoto e il trapassato remoto.

Tralasceremo per il momento il trapassato remoto che, ormai, praticamente si usa pochissimo nell’italiano parlato e rimane raro anche nell’italiano scritto, virtualmente sostituito dal trapassato prossimo.

Il trapassato prossimo interagisce con tempi al passato descritti anche da modi diversi dall’indicativo; per esempio il congiuntivo, il gerundio, l’infinito etc.

Un altro nome del trapassato prossimo, ormai in disuso, è “piuccheperfetto”, simile al “pluperfect” inglese (I had done etc.).

Da questo nome si capisce che, a differenza dell’imperfetto, al quale assomiglia, il trapassato è un tempo “perfetto”, completo, o comunque delimitato da un evento o una situazione in cambiamento.

Come si costruisce

Occorre ricordare come si forma il trapassato prossimo: con l’imperfetto dei verbi essere e avere e il participio passato.


  essere avere
io ero andato/a avevo comprato
tu eri andato/a avevi comprato
lui / lei era andato/a aveva comprato
noi eravamo andati/e avevamo comprato
voi eravate andati/e avevate comprato
loro erano andati/e avevano comprato


Alcuni esempi:

  • Quando mi hai chiamato, avevo appena finito di fare la doccia.
  • Eravamo già arrivati quando ha cominciato a piovere.
  • Avevo già visto questo film, quindi mi sono addormentato.
  • I miei nonni erano emigrati dal Piemonte.
  • Mi ero dimenticato il pane e sono tornato indietro.
  • Anche se non aveva pagato, si alzò e uscì dal ristorante.
  • Se ne era già andato prima che tu arrivassi.
  • Aveva passato brillantemente l’esame, lasciando tutti sorpresi.
  • Non si era lavata le mani prima di mangiare.


Il trapassato prossimo di essere e avere si costruisce con i participi di essere e avere:

  • Non avevo mai avuto la febbre così alta. (Prima d’ora).
  • Laura era già stata in vacanza a Capri. (Prima d’ora).


L’uso del trapassato prossimo nel parlato quotidiano

Quando abbiamo due azioni nel passato e vogliamo evidenziare una discontinuità, un cambiamento, possiamo o dobbiamo usare il trapassato prossimo.

“Possiamo” o “dobbiamo” usare il trapassato prossimo perché a volte non è veramente necessario. Quando la sequenza delle azioni nel passato è lineare, possiamo tranquillamente utilizzare il passato prossimo o altri tempi del passato. Per esempio:

  • Siamo andati al mercato e abbiamo comprato la verdura.

Chiaramente, in questo caso non è necessario dare profondità alla prima azione perché gli eventi avvengono in una sequenza logica continua, senza interruzioni o cambiamenti significativi.

Altre volte, invece, è necessario creare una discontinuità o una sequenza di azioni più articolata, spesso avvalendoci di avverbi di tempo quali già, ancora, non ancora, dopo che, appena, mai, sempre eccetera. Rivediamo la prima frase degli esempi che abbiamo letto all’inizio.

  • Quando mi hai chiamato, avevo appena finito di fare la doccia.

In questo caso vogliamo rimarcare la fine della prima azione, fare la doccia, e staccarla nettamente dall’azione successiva, quando mi hai chiamato.  Il trapassato prossimo è sempre l’azione più vecchia. In questo caso dobbiamo usare il trapassato prossimo.

Vi capiterà spesso di incontrare il trapassato prossimo da solo e di chiedervi perché sia necessario usarlo senza un’azione successiva. Si tratta in realtà di casi in cui l’azione al passato che lo segue è sottintesa, così chiara nel contesto che non è necessario esplicitarla.

  • Non avevo capito. (Poi invece ho capito).
  • Avevamo lasciato qui le chiavi. (Prima di perderle).
  • Vi eravate persi? (Prima di ritrovare la strada).

Un’altra particolarità del trapassato prossimo è legata al declino del passato remoto. Avevamo già spiegato altrove come il passato prossimo, specialmente nel Nord Italia, stia soppiantando il passato remoto.

Il fenomeno riguarda il trapassato prossimo che, a volte, in modo improprio ma molto diffuso, viene usato per narrare eventi lontani che non hanno connessione con il presente o che nel frattempo sono cambiati.

Ne abbiamo già visto uno, nella lista degli esempi all’inizio dell’articolo. Vediamone altri:

  • I miei nonni erano emigrati dal Piemonte. (Invece di “emigrarono”).
  • Avevano comprato una casa al mare e ci vanno spesso. (invece di “comprarono”)
  • I romani avevano conquistato l’Europa. (invece di “conquistarono”).

Essendo milanese, l’uso del trapassato prossimo come sostituto del passato remoto mi sembra abbastanza naturale ma, probabilmente, agli occhi di un toscano o un di siciliano queste frasi sembrerebbero un po’ scorrette.

In ogni caso, questo uso del trapassato è molto diffuso e codificato nella grammatica.

Vi lasco all’esercizio sul trapassato prossimo. In bocca al lupo.

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Filippo Agricola – Ritratto di Costanza Monti Perticari – 1821

Avverbi, Italian adverbs – Complete guide, Audio examples, Quiz

Italian adverbs are called avverbi

The avverbio, derived from the Latin “ad verbum”, next to the verb, is an invariable part of speech that is positioned alongside the verb to provide specific meaning. Similar to how adjectives modify nouns, the traditional function of adverbs is to add information to the verb and specify the meaning. This analogy becomes evident here:

  • La macchina di Mario è veloce. (aggettivo)
  • Mario guida velocemente. (avverbio)

We use Italian adverbs to add meaning to verbs, adjectives or other parts of a sentence.


According to their structure, we can talk about:

  • Avverbi semplici: these adverbs are “primitive”, not generated from other words. Mai, forse, bene, male. etc.
  • Avverbi composti: resulting from combination of words. Da+per+tutto = dappertutto (every + where = everywhere).
  • Avverbi derivati: coming form other words, usually adjectives, with the addition of the suffix – mente (in English -ly). Chiaro (clear) -> chiaramente (clearly).

The avverbi derivati are commonly formed by adding the suffix -mente to the feminine singular form of the adjective.

For example: lento —> lenta + mente (slowly), rapidamente (quickly), certamente (certainly) etcetera.

If the adjective ends in -le or -re, the -e is dropped before attaching -mente, as observed in the adverbs:

Facile —> facil + mente —> facilmente (easily), gentilmente (kindly), particolarmente (particularly).

Similarly, other adverbs conforming to these patterns include dolcemente (sweetly), tranquillamente (calmly), chiaramente (clearly), pazientemente (patiently), sicuramente (surely), notevolmente (remarkably) etcetera.

We can classify the Italian avverbi in 6 main groups:

(continues …)


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