Video – L’estate 2022 – Prova di ascolto, Livello B2 – C1

Cosa faranno gli italiani la prima estate dopo la pandemia?


In questo breve video di Snack News del Corriere della Sera, la brava giornalista Diana Cavalcoli intervista Cristina Mottironi, docente all’Università Bocconi di Milano. Il servizio ci porta con la fantasia alla prossima estate italiana; la prima, attesissima estate dopo l’emergenza sanitaria del Covid.

Cosa faranno gli italiani in vacanza? Rimarranno qui a godersi l’Italia o viaggeranno all’estero? E gli stranieri che faranno?

Il video è breve, molto interessante e si parla a velocità spedita. L’italiano è complesso ma molto pulito, senza accenti forti o espressioni particolarmente difficili. Le scritte in sovrimpressione aiutano molto a comprenderne il contenuto e quindi Il livello è intermedio / avanzato.

Siete pronti?

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Fonte del video: Snack News | Corriere della Sera

Prova di Ascolto – Livello C1 – Italian Sounding

Italian sounding, quando i prodotti sembrano italiani ma non lo sono

Italian Sounding, quando i prodotti sembrano italiani ma non lo sono


Ciao a tutti. Oggi vi chiederò di ascoltare e comprendere un breve filmato tratto dal sito YouTube del Corriere della Sera, storico giornale milanese.

Il pezzo, preparato dalla bravissima giornalista Chiara Severgnini, parla del cosiddetto “Italian Sounding”, un neologismo usato in Italia per indicare prodotti che sembrano italiani ma non lo sono.

Avrete probabilmente sentito parlare del Parmesan, imitazione del Parmigiano Reggiano, del Prosek, il vino Prosecco della Croazia, oltre ai vari tipi di sughi e piatti che sono popolari all’estero ma non in Italia.

Marinara, Alfredo, Feast of the Seven Fishes, Italian dressing e altri nomi molto noti alle orecchie degli stranieri, non hanno senso in Italia ma attirano molti consumatori, affascinati dal nome italiano.

E’ una cosa positiva o no? Cosa possiamo fare in Italia per proteggere i nostri prodotti originali?

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Italian Nouns – Guide and Quiz

Italian nouns, called sostantivi, are important elements of our language. Learn basic rules, patterns and practice with a quiz


Italian nouns are a variable part of a sentence, meaning that they can be masculine, feminine, singular or plural, according to the object they describe.

Nomi Propri

They are literally the “name” of a person or a place. We need a capital letter.

  • Luigi è un bravo ragazzo.
  • Andiamo a Roma?
  • Il fiume Po è il più lungo d’Italia.

Nomi Comuni

They describe people or things. We can subdivide this large family of words in three groups:

Nomi Concreti, describing tangible objects:

  • Ho comprato un telefonino nuovo.
  • Oggi c’è un sole bellissimo!
  • Da piccolo avevo una vecchia bicicletta scassata.

Nomi Astratti, describing intangible objects:

  • Ci vuole pazienza per imparare l’inglese.
  • Non capisco il perché di tanta fretta.
  • Il futuro è incerto.

Nomi Collettivi, singular and plural nouns describing a group of objects or people:

  • Il pubblico al concerto era festante.
  • Passando per la campagna, abbiamo visto un gregge di pecore.
  • Le stoviglie vanno lavate subito dopo il pranzo.

Structure of Italian nouns

Looking at the structure of Italian nouns, we can identify four groups:

  • Nomi primitivi – They are “root” nouns, from which other sostantivi come (also adjectives verbs and adverbs, not in the scope of this blog). For example, the word terra, earth, doesn’t come from another Italian word.
  • Nomi derivati – When we add a prefix or a suffix to primitive nouns or adjectives, we get other words, in our case other nouns. Terra → terreno, territorio, conterraneo etc.

Down below are two incomplete lists of prefixes and suffixes. Italian is obviously influenced by Latin and Greek, so many of the words you will see here are familiar to English speakers. I have omitted many Greek and Latin specific suffixes and prefixes of common use (psico-, meta-, eno-, -teca, -logia etc…). If you are interested to know more, click on the Wikipedia links.

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Common prefixes

PREFISSO SIGNIFICATO ESEMPIO
a-, ad-, ac- direction, purpose adattatore
a-, an- (greek) without, not anarchico
ab-, as- far assenteista
ambi- both ambivalenza
ante-, anti- before antenato
anti- (greek) against anticorpo
arci- superlative arcivescovo
bi-, bis- two, twice bisnonno
circo-, circum- around circondario
con-, com-, co- with coinquilino
contra-, contro- opposite contrordine
de-, di-, dis- without, opposite, far disadattato
extra-, estra-, stra- much, out of extracomunitario
in- im-, ir- not, inside, make / become impotenza
inter- between interferenza
intra-, intro- inside introspezione
iper- over ipertensione
ipo- below ipotesi
mis- not miscredente
oltre-, ultra- beyond ultrasuoni
pre-, pro- before prefisso
proto- before prototipo
re-, ri- again Rinascimento
retro- back retromarcia
sub-, sotto-, so-, som- under sommergibile
super-, sovra- up, over superconduttore
trans-, tras-, tra- beyond, through trasporto
ultra- much, beyond ultrasuoni
you can find more on this wikipedia page


Common suffixes

SUFFISSO FUNZIONE ESEMPIO
-aggine quality testardaggine
-aggio action monitoraggio
-aglia group boscaglia
-aia group, place legnaia
-aio activity, place notaio, pollaio
-aiolo activity boscaiolo
-ame group fogliame
-ano activity guardiano
-ante, -ente activity cantante, tenente
-anza, -enza quality, action importanza, penitenza
-ario activity, group, tool veterinario, schedario, lampadario
-ato group, place caseggiato, commissariato
-eria quality, place galanteria, pizzeria
-esca group scolaresca
-esimo, -ismo doctrine cristianesimo – socialismo
-eta, -eto group pineta, frutteto
-età quality sobrietà
-fice activity orefice
-iere activity, container cameriere, candeliere
-igia quality ingordigia
-ile container fienile
-ione action collisione
-ista activity collezionista
-itudine quality solitudine
-mento action, group movimento, reggimento
-oio instrument, place rasoio, mattatoio
-olaio activity calzolaio
-ore activity attore, genitore
-ura action, group, place rottura, pianura
-uta action bevuta
-vendolo activity fruttivendolo
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  • Nomi alterati – We can change the meaning of a noun by adding a suffix.

— diminutivo (makes it small) —> (-ino, -etto, -icciolo, -ello) —> ragazzino

— vezzeggiativo (makes it cute) —> (-uccio, otto, -olo, -ino, -etto) —> ragazzetto

— accrescitivo (makes it big) —> (-one) —> ragazzone

— dispregiativo (makes it bad) —> (-accio, -uncolo, -astro) —> ragazzaccio


  • Nomi composti – this is a large family of nouns made of two words. In this case it is important to follow some basic rules on how we build their plural. That’s pretty messy and Italians often make mistakes, so don’t worry too much about it. In detail:

** nuon + noun

If the word is made of nouns having the same gender, we change the final noun.

Arcobaleno —-> Arcobaleni

If the word is made of nouns having a different gender, we change the first noun.

Pescespada —> Pescispada


** noun + adjective

In this case, they both change.

Cassaforte —> Casseforti


** adjective + noun

Change just the ending.

Altopiano —> Altopiani


** adjective + adjective

Change just the ending.

Chiaroscuro —> Chiaroscuri


** verb + noun

This one is rather difficult. If the noun is plural or feminine, the plural is invariable.

Il portacenere —> I portacenere

L’asciugacapelli —> Gli asciugacapelli

If the noun is masculine, the plural changes accordingly.

Il copriletto —> I copriletti


** verb + verb

Those are invariable.

Il dormiveglia —> I dormiveglia


There are so many exceptions that I decided to not include them in this blog. For example, the plural of pomodoro can be pomodori (the most used) but also pomidoro and pomidori. Forget about it.

A last note on foreign words that are now part of the Italian vocabulary. They all have an invariable plural. For example, we say un computer, due computer; un manager, due manager.

This includes Latin. There are of course many Latin words as part of the Italian language, but we should consider Latin as a sort of “foreign” language. The plural of referendum is therefore referendum and not referenda; the plural of auditorium isn’t auditoria. It’s common to use Curricula as plural of Curriculum (resume) even though it’s wrong.

I hope you will find this useful in future. Please solve the quiz. Alla prossima!

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NOVISSIMA. Albo d’arti e lettere 1902 copertina – Edoardo De Fonseca1902

Prova di ascolto intermedio B2 – Il lavoro del futuro

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I pronomi relativi – esercizio di ripasso

Oggi ripasseremo i pronomi relativi con un esercizio di livello intermedio

I pronomi relativi sono tra gli argomenti più interessanti che abbiamo studiato. Servono a unire e semplificare due o più frasi che hanno elementi comuni. Ne esistono di diversi tipi, spesso abbinati alle preposizioni. È importante fare pratica per costruire frasi corrette e sintetiche. Se avete domande, scrivetele pure nei commenti.

Siete pronti?


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Giovanni Boldini – Ritratto di Rita de Acosta – 1911

Indicativo trapassato prossimo spiegato in italiano – Quiz

Oggi parleremo del trapassato prossimo dell’indicativo, in italiano. Quiz di livello intermedio

Avevamo già parlato del trapassato prossimo in un altro blog per principianti, in inglese. E’ tempo di approfondire l’argomento con un articolo in italiano e un quiz di livello intermedio.

Che cos’è il trapassato prossimo

Prima di tutto, definiamo l’ambito del trapassato prossimo. Si tratta di un tempo passato dell’indicativo, il modo della realtà, e descrive “il passato del passato”. Gli altri tempi passati dell’indicativo sono il passato prossimo, imperfetto, il passato remoto e il trapassato remoto.

Tralasceremo per il momento il trapassato remoto che, ormai, praticamente si usa pochissimo nell’italiano parlato e rimane raro anche nell’italiano scritto, virtualmente sostituito dal trapassato prossimo.

Il trapassato prossimo interagisce con tempi al passato descritti anche da modi diversi dall’indicativo; per esempio il congiuntivo, il gerundio, l’infinito etc.

Un altro nome del trapassato prossimo, ormai in disuso, è “piuccheperfetto”, simile al “pluperfect” inglese (I had done etc.).

Da questo nome si capisce che, a differenza dell’imperfetto, al quale assomiglia, il trapassato è un tempo “perfetto”, completo, o comunque delimitato da un evento o una situazione in cambiamento.

Come si costruisce

Occorre ricordare come si forma il trapassato prossimo: con l’imperfetto dei verbi essere e avere e il participio passato.


  essere avere
io ero andato/a avevo comprato
tu eri andato/a avevi comprato
lui / lei era andato/a aveva comprato
noi eravamo andati/e avevamo comprato
voi eravate andati/e avevate comprato
loro erano andati/e avevano comprato


Alcuni esempi:

  • Quando mi hai chiamato, avevo appena finito di fare la doccia.
  • Eravamo già arrivati quando ha cominciato a piovere.
  • Avevo già visto questo film, quindi mi sono addormentato.
  • I miei nonni erano emigrati dal Piemonte.
  • Mi ero dimenticato il pane e sono tornato indietro.
  • Anche se non aveva pagato, si alzò e uscì dal ristorante.
  • Se ne era già andato prima che tu arrivassi.
  • Aveva passato brillantemente l’esame, lasciando tutti sorpresi.
  • Non si era lavata le mani prima di mangiare.


Il trapassato prossimo di essere e avere si costruisce con i participi di essere e avere:

  • Non avevo mai avuto la febbre così alta. (Prima d’ora).
  • Laura era già stata in vacanza a Capri. (Prima d’ora).


L’uso del trapassato prossimo nel parlato quotidiano

Quando abbiamo due azioni nel passato e vogliamo evidenziare una discontinuità, un cambiamento, possiamo o dobbiamo usare il trapassato prossimo.

“Possiamo” o “dobbiamo” usare il trapassato prossimo perché a volte non è veramente necessario. Quando la sequenza delle azioni nel passato è lineare, possiamo tranquillamente utilizzare il passato prossimo o altri tempi del passato. Per esempio:

  • Siamo andati al mercato e abbiamo comprato la verdura.

Chiaramente, in questo caso non è necessario dare profondità alla prima azione perché gli eventi avvengono in una sequenza logica continua, senza interruzioni o cambiamenti significativi.

Altre volte, invece, è necessario creare una discontinuità o una sequenza di azioni più articolata, spesso avvalendoci di avverbi di tempo quali già, ancora, non ancora, dopo che, appena, mai, sempre eccetera. Rivediamo la prima frase degli esempi che abbiamo letto all’inizio.

  • Quando mi hai chiamato, avevo appena finito di fare la doccia.

In questo caso vogliamo rimarcare la fine della prima azione, fare la doccia, e staccarla nettamente dall’azione successiva, quando mi hai chiamato.  Il trapassato prossimo è sempre l’azione più vecchia. In questo caso dobbiamo usare il trapassato prossimo.

Vi capiterà spesso di incontrare il trapassato prossimo da solo e di chiedervi perché sia necessario usarlo senza un’azione successiva. Si tratta in realtà di casi in cui l’azione al passato che lo segue è sottintesa, così chiara nel contesto che non è necessario esplicitarla.

  • Non avevo capito. (Poi invece ho capito).
  • Avevamo lasciato qui le chiavi. (Prima di perderle).
  • Vi eravate persi? (Prima di ritrovare la strada).

Un’altra particolarità del trapassato prossimo è legata al declino del passato remoto. Avevamo già spiegato altrove come il passato prossimo, specialmente nel Nord Italia, stia soppiantando il passato remoto.

Il fenomeno riguarda il trapassato prossimo che, a volte, in modo improprio ma molto diffuso, viene usato per narrare eventi lontani che non hanno connessione con il presente o che nel frattempo sono cambiati.

Ne abbiamo già visto uno, nella lista degli esempi all’inizio dell’articolo. Vediamone altri:

  • I miei nonni erano emigrati dal Piemonte. (Invece di “emigrarono”).
  • Avevano comprato una casa al mare e ci vanno spesso. (invece di “comprarono”)
  • I romani avevano conquistato l’Europa. (invece di “conquistarono”).

Essendo milanese, l’uso del trapassato prossimo come sostituto del passato remoto mi sembra abbastanza naturale ma, probabilmente, agli occhi di un toscano o un di siciliano queste frasi sembrerebbero un po’ scorrette.

In ogni caso, questo uso del trapassato è molto diffuso e codificato nella grammatica.

Vi lasco all’esercizio sul trapassato prossimo. In bocca al lupo.

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Filippo Agricola – Ritratto di Costanza Monti Perticari – 1821

L’imperfetto dell’indicativo, spiegato in italiano – Esempi e quiz

imperfetto indicativo

Mi sono accorto di non avere mai scritto un articolo in italiano sull’imperfetto dell’indicativo. Eccolo, con un quiz di livello avanzato


Spulciando tra i vecchi articoli del blog mi sono accorto di una grave mancanza, piuttosto inspiegabile. Un po’ per pigrizia, un po’ perché spesso l’imperfetto viene considerato un argomento per principianti, non ho mai scritto due righe in italiano sul suo uso colloquiale. Provvedo subito a colmare la lacuna.

Siccome state leggendo questa pagina senza problemi, do per scontato che conosciate gli usi principali dell’indicativo imperfetto. Non mi soffermerò a lungo sulle basi. Vedremo insieme gli usi più discorsivi e quotidiani.

Cominciamo con la definizione.

Vi siete mai chiesti perché l’imperfetto si chiami così? Se la risposta è no, chiariamo subito il dilemma. Ovviamente perché non è “perfetto”, non è completo, non ha un inizio o una fine precisi. Infatti, l’imperfetto ci serve per descrivere:

  • un’azione già iniziata – Mentre guardavo la partita, sono arrivati i miei amici.
  • un’azione ripetuta nel passato – Si alzava spesso alle cinque del mattino.
  • una descrizione – Il sole splendeva e tutti chiacchieravano allegramente.
  • una situazione interrotta – Non vedevo Milano da un bel pezzo.
  • un’evento che non si è realizzato – Per poco non cadevo.
  • l’imperfetto “di modestia” – Volevo ordinare qualcosa da mangiare.
  • un passato irreale – Se venivi alla festa, ti divertivi. (colloquiale)
  • discorso indiretto/futuro nel passato  – Ha detto che arrivava alle cinque. (coll.)
  • un futuro discusso nel passato – A che ora volevi partire domani? (coll.)

Tutti questi esempi sono usati nell’italiano quotidiano. Alcuni descrivono uno scenario reale, tipico dell’indicativo, sempre nell’ambito di una realtà incompleta, dalle coordinate incerte. Questa “incertezza” dell’imperfetto ci aiuta anche a rappresentare un mondo ipotetico, un fatto che non si è verificato, un futuro ancorato al passato.

Spesso siamo al limite della grammatica corretta ma, siccome l’uso comune della lingua modifica la grammatica, le frasi che ho indicato come colloquiali sono perfettamente valide nella lingua di tutti i giorni.

La semplificazione di alcuni tempi complessi a favore dell’imperfetto è ormai consolidata. Per esempio, la frase corretta nell’esempio del “passato irreale” dovrebbe essere:

  • Se fossi venuta alla festa ti saresti divertita

Si vede molto bene come l’imperfetto, più semplice e diretto, possa sostituire senza particolari problemi il congiuntivo trapassato e il condizionale composto nel periodo ipotetico dell’irrealtà. Ho volutamente usato il femminile nella frase per mostrare come alcuni dettagli vengano a mancare con l’imperfetto, privo di genere.

Chi legge romanzi italiani contemporanei si sarà certamente accorto della semplificazione del periodo ipotetico, anche nella lingua scritta.

Stesso discorso vale per il “futuro nel passato” che, come sappiamo, dovrebbe essere espresso con il condizionale composto:

  • Ha detto che sarebbe venuta alle cinque.

La frase “Ha detto che veniva…” è corretta? Diciamo che è accettabile e accettata. Sicuramente è molto comune. Anche qui sparisce il femminile, ma poco importa se sappiamo già di chi stiamo parlando.

Un’ultima considerazione. Molti studenti alle prime armi usano solo l’imperfetto nelle descrizioni ambientate nel passato, sbagliando, perché gli è stato spiegato che questa è la funzione dell’imperfetto. Dipende dalla situazione. Ricordate che se la descrizione riguarda eventi completi, “perfetti”, dobbiamo usare il passato prossimo, il trapassato o il passato remoto.

  • I cuochi avevano preparato un bellissimo buffet e tutti hanno mangiato con piacere.

Questo non è un elenco completo delle possibilità dell’imperfetto.

Possiamo discuterne a lezione. Il quiz contiene frasi “sgrammaticate” che si usano nell’italiano parlato. Dovete segnarle come corrette. Se usate un cellulare, mettetelo in orizzontale per leggere meglio le domande.

Alla prossima!


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Giovanni Boldini – Ritratto di Lady Colin Campbell – 1894

Le isole Eolie – Prova di ascolto avanzato B2/C1

Le isole Eolie

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Treccani: Patrimoni dell’UNESCO – ISOLE EOLIE

Enciclopedia Treccani, isole Eolie.

Piero Angela e Alessandro Barbero: Gli Italiani all’estero

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Quiz sui dimostrativi – Conto alla rovescia

Ecco un esercizio sugli aggettivi e i pronomi dimostrativi. Countdown (conto alla rovescia)

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Telemaco Signorini – Piazzetta di Settignano – 1880

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