Avverbi Particolari – Special Italian Adverbs – Audio

Ancora, Appena, Cioè, Come, Ecco, Insomma – Audio

Ancora, Appena, Cioè, Come, Ecco, Insomma – Audio


Livello: intermedio

 

Ci sono alcuni avverbi italiani che hanno usi e significati particolari. Oggi ne vedremo alcuni tra i più importanti. Le parole inglesi corrispondenti, non sono perfettamente uguali al significato italiano. Se avete domande, scrivete qui sotto.

Ascoltate gli esempi audio e ripetete.


 

Ancora

La parola ancora, con l’accento sulla o,  ha diversi significati.

Può indicare la continuità di un fatto nel presente, nel passato e nel futuro. (still)

 

Anche ora – Anche allora

  • Sta ancora nevicando.
  • Questo tempaccio durerà ancora molto.
  • Ero ancora un ragazzino quando è arrivato internet.

In frasi interrogative e negative, può voler dire “fino a quel momento” (not yet).

  • Dopo due giorni di viaggio, non eravamo ancora arrivati.
  • Non hai ancora ricevuto il conto del dentista?
  • Tra mezz’ora la torta in forno non sarà ancora pronta.

Può significare “un’altra volta”. (again)

  • Mario è arrivato ancora una volta assonnato.
  • Se mi fai ancora la stessa domanda, mi arrabbio.
  • Proverò ancora l’esame che non ho superato.

Oppure “in aggiunta” a qualcosa di esistente. (more)

  • Signora, vuole ancora della grappa?
  • Il presidente vuole ancora più potere.
  • Vorrei restare ancora un po’, ma devo guidare.

Negli ultimi due esempi, ancora è accompagnato da più e un po’. Quando è in combinazione con altri avverbi, il significato di ancora viene moltiplicato (even more, less, better, worse…).  Per esempio:

  • In autunno l’Italia è ancora più bella.
  • Il risotto è ancora meglio il giorno dopo.
  • Dopo tutti questi scandali, la politica mi interessa ancora meno.
  • Nelle piccole città, il traffico è ancora ancora tollerabile.

Nell’ultimo esempio, la ripetizione di ancora non è un errore. “Ancora ancora” significa in qualche modo, a malapena, bene o male.


Appena

Viene da a + pena, cioè a fatica, con difficoltà, a malapena, pochissimo (barely).

 

  • Ho appena i soldi per cenare stasera.
  • Avremo appena il tempo per cambiare treno.
  • Potevo appena sentire la sua voce.

Vuole anche dire solamente, non più di…

  • Luisa aveva appena sei anni quando cominciò a suonare il piano.
  • Ci sono appena otto impiegati nella mia azienda.
  • Aveva appena mille euro in banca.

Se parliamo di tempo, possiamo usare appena con il significato di da poco tempo, oppure nel momento in cui, spesso accompagnato dal “non” pleonastico.

  • Siamo appena tornati dalle vacanze e già vogliamo ripartire.
  • Appena sarò arrivato in albergo, ti telefonerò.
  • Non appena avranno i soldi, pagheranno il loro debito.

Nell’ultimo esempio, il non è pleonastico, cioè non necessario, ridondante. Tuttavia, si usa molto per rimarcare una differenza con la condizione precedente. Ora non hanno soldi, ma presto li avranno.


Cioè

Nonostante la semplicità, questa parola è un piccolo mistero per qualche studente. Evidentemente, il significato nella lingua parlata non è sempre coerente con la spiegazione grammaticale. Vediamo come cioè si comporta nella lingua scritta e in quella di uso quotidiano.

Ciò + è = cioè. “Questo è”, “in altre parole”, “significa che”, “ossia”, “vale a dire” (that is…, meaning…)

 

  • La scuola ricomincia dopo le vacanze, cioè a settembre.
  • Ci vediamo dopodomani, cioè mercoledì.
  • Lui è il figlio di mia sorella, cioè mio nipote.

Molto frequentemente, cioè è un intercalare, una parola che riempie i vuoti, enfatizza le situazioni (a filler – i mean…).

  • Mario ha avuto un incidente. Cioè, è terribile!
  • Firenze è bella ma, cioè, ci sono troppi turisti.
  • Non mi aspettavo che suonassi così bene il piano. Cioè, sei davvero brava!

Sono solo piccoli esempi, ma cioè si usa davvero molto e in situazioni in cui non ci si aspetterebbe di vedere questa parola. Cioè, avete capito?


Come

Cominciamo col dire che come è un avverbio e più raramente una congiunzione.

Oggi parleremo di come nella funzione di avverbio.

Come è una parola versatile e utilissima.

Nel primo gruppo di esempi, come indica somiglianza e identità.

 

  • Sei come un fratello per me.
  • La partita è finita proprio come avevo immaginato.
  • Stefano è forte come un toro.

Quando paragoniamo qualcosa o qualcuno a un pronome personale, lo indichiamo con la forma oggettiva.

  • Fabio è italiano come me.
  • Credevi che fossimo ricchi come te?
  • Vorrei parlare l’inglese bene come lui.

…di come = di quello che…

  • E’ stato meglio di come immaginassi.
  • Sei più alto di come ti ricordavo.
  • Quel ristorante è meglio di come sembra.

L’uso del congiuntivo o dell’indicativo in queste frasi è sovrapponibile. Nell’italiano parlato si usa spesso l’indicativo.

Ovviamente, come si usa in domande dirette e indirette.

  • Come sei arrivato fino a qui?
  • Dimmi come fai a essere sempre allegra.
  • Com’è possibile?

Quando si chiede di ripetere qualcosa.

  • Scusa, come dici?
  • Come?
  • Come, scusa?

Può introdurre una posizione sociale, un mestiere “in qualità di…” (as a…)

  • Come madre, vorrei sempre sapere dove sono i miei figli.
  • Come medico, le consiglio un riposo assoluto.
  • Come Primo Ministro, ha lavorato molto bene.

Come se… (as if…)

  • Fai pure come se fossi a casa tua.
  • Si comporta come se fosse un ragazzino.
  • Mi sento come se avessi vent’anni di meno.

Infine, possiamo usare come nella lingua parlata per esprimere emozioni di vario tipo. Dal tono della voce, potere comprendere quali.

  • Ma, come ti permetti!
  • Come non detto.
  • Ora come ora, non avrei tempo.
  • Come sarebbe a dire che hai perso le mie chiavi?
  • Come osi!
  • Come sei gentile.

Qualora vi sia sfuggito il significato di alcune espressioni, scrivete pure i vostri dubbi nei commenti. Esiste un gran numero di modi di dire con come. Ve ne insegnerò qualcuno molto presto.


Ecco

Tra gli avverbi più interessanti, troviamo ecco. La funzione più ovvia è quella di indicare la presenza o l’apparizione di qualcuno o qualcosa.

 

  • Ecco, tenga pure il resto.
  • Ecco qui la mia bicicletta. Ti piace?
  • Ecco, laggiù si intravede il mare.
  • Ecco mio figlio. E’ quello più alto.

Quando è seguito da pronomi personali atoni mi, ti, ci, vi, lo, la, li e la particella ne, si unisce a formare una parla unica, molto espressiva e utile.

  • Eccomi, sono pronto. (here I am…)
  • Eccolo, è arrivato Fabio.
  • Eccoti i soldi che ti dovevo.
  • Ti serviva un telefono? Eccotelo.

Quando si introduce o si termina un pensiero articolato o si raggiunge una conclusione, ecco diventa fondamentale per attrarre l’attenzione di chi ascolta.

  • Ecco, secondo me, qual è il problema che ci affligge.
  • Se vi interessa, ecco la mia opinione.
  • Ecco, volevo dire solo questo.
  • Ecco perché ho voluto fare quel viaggio.
  • Ecco tutto.

Quando è seguito da un participio passato, ecco la funzione di chiusura, di conferma che  un’azione è terminata o iniziata.

  • Ecco fatto, ho finito.
  • Ecco risolto il mistero.
  • Eccolo arrivato, in orario come sempre.

Infine ecco, che si distingue per la brevità e per il suono deciso, torna molto utile come intercalare. Si usa spesso quando si esita in un’affermazione o una richiesta.

  • Ecco, vedi, le cose non stanno come pensi.
  • Allora, ecco, volevo dirti che ho cambiato idea.
  • Insomma, ecco, mi chiedevo se potessi aiutarmi.

Insomma

Per finire, ho scelto l’avverbio insomma. Come cioè, e appena, anche il significato di insomma è piuttosto intuibile. In + somma. In conclusione. Come gli altri ha una funzione importante nella lingua parlata. Cercherò di usare degli esempi in un italiano vicino alla lingua di tutti i giorni.

Come “in conclusione”.

 

  • Insomma, abbiamo capito che non te ne frega niente.
  • Gli attori erano bravi, ma la storia alla fine era banale e prevedibile. Insomma, il film non mi è piaciuto.
  • La spiaggia era bellissima, l’albergo pulito e tenuto bene. Insomma, ci siamo trovati bene.

Detto con un tono dubbioso, poco convinto, insomma suona un po’ come “niente di speciale”, “mica tanto”, “così così”.

  • Vi siete divertiti? –  Insomma.
  • C’era molta gente? – Insomma.
  • Valeva la pena di vederli dal vivo? – Insomma.

Come esclamazione, quando si è persa la pazienza, significa basta! allora! quindi?

  • Ma insomma!
  • Insomma, ti sbrighi si o no?
  • Insomma! E’ da una vita che vi aspettiamo

 

 


La lista degli esempi potrebbe continuare all’infinito, ma mi fermo qui. Se avete domande o commenti, scrivete pure o chiedete durante la lezione su Skype. A presto.

 


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    Giandomenico Tiepolo – La passeggiata in villa – 1791 – Fondazione Musei Civici di Venezia

    Interiezioni and intercalari, the “parsley” of the Italian language

    È come il prezzemolo! Italian intercalari

    He’s like parsley! That’s what Italians say of someone or something you see everywhere, like parsley on Italian dishes. Intercalari and interiezioni are elements of the Italian spoken language that people sprinkle all over, to emphasize what they want to say.

    Just like parsley, intercalari and interiezioni are really everywhere in the Italian spoken language. But, again, just like parsley, when there are too many, they can spoil the taste of our beautiful language.

    Intercalari are fragments, specific words used outside the canonical structure of a sentence. They can give an elegant pace to a speech but they also could be be very annoying, a sort of linguistic nervous tic.

    Allora, appunto, insomma, diciamo, dai, vabè (a Milano), vabbè (a Roma), vabbuò (a Napoli), così, ecco, cioè, è vero, non so, come dire, voglio dire, ti dico, per così dire, diciamo, vedi, guarda, senti, praticamente, tipo, un attimino and many others, are classic intercalari.

    Some of them are used as ice-breakers to start a sentence (allora, dunque, senti, guarda, vedi, praticamente …) others as a sort of request, a confirmation that you are listening to what I’m saying… (cioè, allora, no?, niente, proprio, capito) to which you are supposed to nod, like when someone in English says ” you know” every 10 words.

    Here below, a fragment of an Italian cult comedy movie called “Un sacco bello”: a debate between a desperate father, a hippie son with his girlfriend living in a community in Tuscany, and a priest. They have a strong Roman accent and speak quite fast. Don’t worry, just listen.

    Try to count the cioè, allora, proprio, no? niente, and others you may catch.

    That was quite extreme, but some people use intercalari a bit too much.


    Finally the interiezioni are a sort of intercalari, but usually shorter expressions of different emotions. Depending on the intonation and intensity, the same sound can have different meanings, followed by a question mark or an exclamation. I can’t include all the feelings here but I will write some emotions in Italian. Google them and find their meaning.

    • Ah: sorpresa, desiderio, rabbia, dubbio
    • Eh: sorpresa, indignazione, approvazione, rabbia
    • Oh: gioia, sorpresa, ammirazione
    • Boh: sorpresa, smarrimento
    • Mah: dubbio
    • Toh; sorpresa,

    Alla prossima

    Don`t copy text!