Questa lezione è parte del corso di conversazione su Zoom “Quattro Chiacchiere”. Abbiamo deciso di rendere questo particolare argomento grammaticale disponibile per tutti.
Il corso si articola in 4 lezioni al mese, una alla settimana:
- Lettura
- Vocabolario
- Grammatica
- Ascolto
La lezione di oggi è quella di Grammatica.
Per avere più informazioni riguardanti il corso, potete cliccare su questo link.
Cosa impareremo oggi
👆🏻 link ai paragrafi
- Che cosa sono i pronomi relativi
- Che
- I vari usi di “che”
- Cui
- Quale
- La scelta tra che, cui, quale
- Altri pronomi relativi
Che cosa sono i pronomi relativi
I pronomi relativi italiani sono che, cui e quale.
La funzione di un pronome relativo è doppia: sostituisce (pronome) e mette in relazione (relativo) due frasi che hanno un elemento in comune.
Per esempio:
- Mi piace la maglietta + Hai comprato la maglietta =
Mi piace la maglietta + che hai comprato.
(frase reggente) + (frase subordinata relativa)
Il pronome relativo “che” sostituisce il nome “maglietta” e unisce due frasi che hanno una relazione logica con “maglietta”.
In questo senso, il pronome relativo ha la doppia funzione di pronome e congiunzione. Infatti, a volte è difficile distinguere le due funzioni, specialmente quando usiamo “che”.
Il pronome relativo è sempre parte della frase subordinata, quella debole, dipendente dalla frase reggente.
Il nome (la maglietta) deve sempre avere un articolo determinativo, in questo caso “la”, oppure indeterminativo , per esempio “una”. In genere, il nome (la maglietta) precede immediatamente il pronome relativo: la maglietta + che…
A volte, la frase relativa interrompe e divide la frase reggente, dandoci un’informazione aggiuntiva:
- Stefano, che abita nel nostro palazzo, è un buon amico.
Che
Il pronome relativo “che” viene usato molto spesso con altre funzioni ed è in assoluto una delle parole più diffuse della lingua italiana, tra le prime dieci. E’ un pronome invariabile e può essere utilizzato come soggetto, oppure oggetto diretto.
- L’uomo che sta camminando è mio fratello.
- La donna che hai conosciuto si chiama Laura.
- I ragazzi che giocano in cortile fanno rumore.
- Le donne che abbiamo salutato, sono mie colleghe.
Il pronome “che”:
- non cambia mai e non importa che il nome sia maschile, femminile, singolare o plurale.
- sostituisce un soggetto (l’uomo che sta camminando…).
- oppure un oggetto diretto (la donna che // tu // hai conosciuto…).
Non ha bisogno di articoli, ad eccezione del seguente caso:
- Oggi non piove, il che mi rende felice.
il che… = e questo fatto…
Nell’ultimo caso, “il che” sostituisce ed enfatizza una frase intera (Oggi non piove) e dobbiamo aggiungere l’articolo “il + che”.
Si tratta comunque di una costruzione un po’ pesante ed è preferibile usare altre forme di sostituzione:
Oggi non piove, / e questo / e ciò / mi rende felice.
🧑🏻🏫
I vari usi di “che”
Come anticipato, grazie alla sua semplicità ed eleganza, la parola “che” ha un uso molto diffuso nella lingua italiana e rappresenta diverse funzioni logiche all’interno di una frase. In particolare, oltre ad essere un pronome relativo, possiamo usare “che” come:
- Aggettivo interrogativo: Che cravatta indosserai per il matrimonio?
- Pronome interrogativo: Che stai facendo?
- Aggettivo esclamativo: Che macchina fantastica!
- Pronome esclamativo: Che dici!
- Congiunzione subordinante: Mi hanno detto che ti sposi.
- Parte di congiunzioni complesse: poiché, benché, affinché, … eccetera.
E’ importante usare “che” in modo corretto, senza confonderlo con “cui” o “quale”.
Cui
Il pronome “cui” è invariabile, nel senso che non dipende dal genere del nome che sostituisce. Non è maschile o femminile, singolare o plurale. A differenza di “che”, “cui” ha generalmente bisogno di una preposizione perché è un complemento indiretto, non un semplice oggetto ma un luogo, un mezzo, un argomento, un materiale eccetera.
- La casa in cui vivo è troppo piccola. (luogo)
- Non capisco il motivo per cui ti arrabbi. (causa)
- Ricordi la strada da cui siamo venuti? (luogo)
- Non ho sentito le notizie di cui state parlando. (argomento)
- Il parco davanti a cui abito è verdissimo. (luogo)
Ricapitolando, possiamo notare che “cui”:
- non cambia mai e non importa che il nome sia maschile, femminile, singolare o plurale.
- è sempre accompagnato da una preposizione propria o impropria (di, a, da, in, con, su, per, tra/fra // dentro, sotto, sopra, davanti, dietro, dopo… eccetera).
Non è mai accompagnato da un articolo, ad eccezione del seguente caso:
- Questo è l’attore il cui film mi era piaciuto tanto. —> il cui = il film dell’attore… (whose)
“Il cui” (ma anche la, i, le cui) rappresenta l’appartenenza, il possesso, chiamato “specificazione” in grammatica, ed è l’unico caso in cui non si aggiunge una preposizione.
Quale
Il pronome “quale” è quasi equivalente a “cui”, nel senso che solitamente rappresenta un complemento indiretto. Si tratta di un pronome più complesso rispetto a “che” e “cui”, ed è perciò meno frequente nella lingua parlata, ma non è insolito.
Si trasforma con il cambiare del numero, singolare o plurale, e si accompagna ad articoli maschili e femminili per evidenziare il genere.
Usiamo le stesse frasi per capire come il pronome “quale” cambia.
- La casa nella quale vivo è troppo piccola. (luogo)
- Non capisco il motivo per il quale ti arrabbi. (causa)
- Ricordi la strada dalla quale siamo venuti? (luogo)
- Non ho sentito le notizie delle quali state parlando. (argomento)
- Il parco davanti al quale abito è verdissimo. (luogo)
Le frasi sono perfettamente intercambiabili con quelle che abbiamo utilizzato precedentemente con “cui”. Notiamo però che:
- “Quale” ha il plurale “Quali”.
- Ha sempre bisogno di una preposizione articolata (in + la = nella quale vivo)
Esiste un caso in cui possiamo usare “quale” senza preposizione, solo con l’articolo (il quale, i quali, la quale, le quali) come sostituto di “che”, ma quasi esclusivamente nell’italiano scritto o nei registri linguistici elevati.
- Questa ragazza, la quale ( = che) vive a Milano, è un’amica.
La scelta tra che, cui, quale
In generale, “che” si usa come pronome relativo per le forme dirette, cioè come sostituto di un soggetto o di un oggetto. Vedi gli esempi sopra.
Sempre in linea generale, “cui” si usa come pronome indiretto, per indicare complementi differenti dall’oggetto (luogo, tempo, causa, mezzo, compagnia, materia eccetera).
“Quale” è il pronome più complesso e completo dei tre. E quindi è anche il meno usato nella lingua parlata perché è più “pesante” di “cui”. Tuttavia, è piuttosto frequente.
In caso di ambiguità, possiamo usare sia “cui” che “quale” per eliminare dubbi logici. Per esempio:
- Ho visto il marito di Laura, che prende sempre la metropolitana.
In questa frase, presa fuori da ogni contesto, non sappiamo chi prenda la metropolitana. Laura o il marito? Possiamo quindi dire:
- Ho visto il marito di Laura, il quale prende sempre la metropolitana. (il marito)
- Ho visto il marito di Laura, la quale prende sempre la metropolitana. (Laura)
Possiamo usare “che” invece di “quando” o “in cui / nel quale” nelle frasi di tempo.
- L’anno che (= in cui, durante il quale) ci siamo incontrati è stato speciale.
Al contrario, possiamo usare “dove” in sostituzione di “in cui” o nelle forme equivalenti di “nel quale” per parlare di un luogo:
- La casa dove (= in cui / nella quale) sono cresciuta è stata demolita.
Altri pronomi relativi
Esistono altri pronomi che diventano occasionalmente relativi e che servono a sostituire e rappresentante concetti specifici. Si chiamano pronomi misti: “chi” e “quanto”.
Chi
Quando viene usato in qualità di pronome relativo, “chi” si riferisce a persone, mai a oggetti inanimati, e rappresenta il concetto indefinito di “le persone che”, “la persona che” o “chiunque”.
Si tratta di un pronome grammaticalmente singolare, ma può rappresentare sia una persona indefinita che delle persone in generale.
- Chi non lavora, non guadagna soldi. (le persone che non lavorano)
- Chi ti ha venduto quell’orologio, ti ha ingannato. (la persona che ti ha venduto l’orologio).
Essendo un pronome indefinito, non ha bisogno di un nome di riferimento da sostituire; è valido in assoluto.
Quanto
Ha una funzione dimostrativa e relativa. Sostituisce il concetto di “tutto quello che” o “tutti quelli che”, rispettivamente al singolare o al plurale.
- Hai capito quanto ti abbiamo spiegato? (tutto quello che)
- Ringraziamo quanti hanno partecipato alla raccolta di fondi. (tutte le persone che)
Quello che
Aggiungiamo a questa lezione il concetto di “quello che”, usato al singolare o al plurale per sostituire “chiunque”, “qualsiasi cosa” oppure “tutti”, “tutte le cose”, “tutto quello che”, “tutte le persone che”. Al singolare, può significare “la persona che”.
- Farò quello che mi hai chiesto. (tutte le cose che mi hai domandato di fare).
- Mario è quello che mi ha aiutato di più. (la persona che)
- Non sopporto quelli che non pagano il biglietto dell’autobus. (tutte le persone che)
Quando parliamo di persone al plurale, è molto simile a “chi”.
E’ tutto. Risolviamo l’esercizio.
Quiz
i pronomi relativi
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Quattro Chiacchiere
Prima Lezione – 7 luglio 2024
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