La posizione degli aggettivi in italiano non è mai casuale. Ogni scelta comunica qualcosa di diverso: a volte opera una distinzione, altre volte esprime un’emozione, e in certi casi cambia completamente il significato della parola. Capire questi meccanismi significa passare da un italiano corretto a un italiano naturale.
Cosa imparerai oggi
Salta alle sezioni 👇
- La posizione degli aggettivi: regole e significati
- Aggettivo dopo il nome: specificare e distinguere
- Aggettivo prima del nome: valutazione ed emozione
- Aggettivi che cambiano significato secondo la posizione
- Combinazioni di aggettivi
- Aggettivi di specificazione
- Le forme speciali: bello, buono, grande e santo
- Strutture particolari
La posizione degli aggettivi: regole e significati
Aggettivo dopo il nome: distinguere e selezionare
La posizione più comune degli aggettivi italiani è dopo il nome, e questo risponde a una logica precisa. Quando mettiamo l’aggettivo dopo, stiamo essenzialmente dicendo che tra tutti gli elementi possibili, mi riferisco a quelli con questa caratteristica specifica.
L’aggettivo risolve l’ambiguità identificando esattamente l’oggetto desiderato.
- “Passami la borsa marrone, non quella nera”
- “Vorrei un cappuccino decaffeinato”
- “Cerco un appartamento luminoso al terzo piano”
- “Preferisco la pasta corta per questa ricetta”
Questa funzione selettiva spiega perché la stragrande maggioranza degli aggettivi italiani segue il nome. Alcuni tipi di aggettivi vanno sempre dopo il nome proprio per la loro natura distintiva: i colori (vestito nero), le nazionalità (cucina giapponese), le forme (tavolo quadrato), i materiali (borsa di pelle).
Aggettivo prima del nome: valutazione ed emozione
Spostare l’aggettivo prima del nome cambia radicalmente la sua funzione. Non stiamo più distinguendo o selezionando, ma stiamo presentando una qualità come intrinseca, ovvia, o caricandola di valore emotivo.
Quando dico “ho ricevuto una bella notizia”, non sto distinguendo tra notizie belle e brutte che ho ricevuto. Sto semplicemente comunicando che la notizia è positiva. L’aggettivo preposto presenta la qualità come parte integrante del concetto stesso, non come elemento distintivo.
- “È stata una tranquilla serata con gli amici”
- “Ho passato una terribile giornata in ufficio”
- “Che bella sorpresa vederti qui!”
- “Abbiamo ricevuto un’ottima notizia dal medico”
L’anteposizione è anche la scelta naturale quando la qualità è vista come ovvia o essenziale. “Le verdi colline toscane” presenta il verde come elemento caratteristico del paesaggio, non è solo un colore.
Aggettivi che cambiano significato secondo la posizione
Alcuni aggettivi cambiano completamente significato a seconda di dove li metti. Non si tratta di sfumature ma di significati radicalmente diversi.
Prima del nome | Dopo il nome |
---|---|
Il povero Marco (compassione) | Marco povero (senza soldi) |
Un grand’uomo (importante) | Un uomo grande (di statura) |
Un vecchio amico (di lunga data) | Un amico vecchio (anziano) |
Un alto funzionario (grado elevato) | Un funzionario alto (statura) |
Certe persone (alcune) | Prove certe (sicure) |
Un semplice raffreddore (solo) | Un metodo semplice (facile) |
Quindi, quando l’aggettivo sta prima del nome indica un giudizio, una componente emotiva. Dopo il nome e piu fedele al significato originale della parola, senza giudizio.
Combinazioni di aggettivi
L’ordine gerarchico
Quando usiamo più aggettivi insieme, costruiamo una struttura gerarchica precisa. Ogni aggettivo modifica l’insieme formato dal nome e dagli aggettivi che lo precedono.
Prendiamo l’espressione “una villa rinascimentale toscana restaurata”. L’aggettivo restaurata non modifica solo villa, ma l’intero concetto di villa rinascimentale toscana. Stiamo dicendo che tra tutte le ville rinascimentali toscane, parliamo di quella che è stata restaurata.
- “Un vino rosso francese pregiato” (tra i vini rossi francesi, uno pregiato)
- “Una macchina sportiva tedesca blu” (tra le macchine sportive tedesche, quella blu)
- “Un elegante vestito francese nero” (“vestito francese” costituisce il nucleo del significato)
Quindi, l’odine stabilisce una specie di “imbuto” che convoglia il messaggio, dal generale al particolare.
L’uso della congiunzione “e”
La congiunzione “e” segnala che gli aggettivi sono sullo stesso livello, non in rapporto di subordinazione.
Con “e” (qualità indipendenti):
- “Una casa grande e luminosa”
- “Una ragazza bella e intelligente”
Senza “e” (relazione gerarchica):
- “Una casa grande luminosa”
- “Una ragazza italiana bionda”
Nel secondo caso, il primo aggettivo è piu rilevante del secondo
Aggettivi di specificazione
Alcuni aggettivi non descrivono qualità ma quantificano o identificano. Questi precedono sempre il nome e non possono mai seguirlo.
Gli indefiniti che indicano quantità (molti, pochi, parecchi, troppi, alcuni) vanno sempre prima: “molti studenti” mai “studenti molti”. Gli “identificatori” (altro, stesso, primo, ultimo) specificano quale elemento stiamo considerando: “lo stesso problema” mai “il problema stesso” (che avrebbe un significato enfatico diverso).
- “Molti studenti hanno saltato la lezione”
- “Lo stesso errore di sempre”
- “Il prossimo appuntamento è martedì”
- “La prima volta che ti vedo”
Aggettivi con doppia funzione
Alcuni aggettivi possono funzionare sia come quantificatori (prima del nome) sia come qualificatori (dopo il nome), con significati completamente diversi.
Aggettivo | Prima (quantifica) | Dopo (qualifica) |
---|---|---|
Diversi | “Diversi articoli” (molti) | “Articoli diversi” (differenti) |
Numerosi | “Numerose famiglie” (molte) | “Famiglie numerose” (con molti membri) |
Vari | “Vari impegni” (parecchi) | “Impegni vari” (di tipo diverso) |
Le forme speciali: bello, buono, grande (e santo)
“Bello” e il modello dell’articolo determinativo
L’aggettivo bello quando precede il nome subisce trasformazioni che seguono esattamente il modello dell’articolo determinativo. Questa non è una coincidenza: entrambi si sono evoluti dalle stesse forme latine.
Articolo | Bello | Esempio |
---|---|---|
il ragazzo | bel ragazzo | “che bel ragazzo!” |
lo sport | bello sport | “è un bello sport” |
l’esempio | bell’esempio | “un bell’esempio” |
i ragazzi | bei ragazzi | “dei bei ragazzi” |
gli sport | begli sport | “begli sport” |
Buono e il modello dell’articolo indeterminativo
Buono segue parzialmente il modello dell’articolo indeterminativo, ma con maggiore flessibilità rispetto a bello.
Articolo | Buono | Esempio |
---|---|---|
un viaggio | buon viaggio | “è stato un buon viaggio” |
uno studente | buono studente | “è un buono studente” |
un’occasione | buon’occasione / buona occasione | “è una buona occasione” |
un libro | buon libro | “è un buon libro” |
una giornata | buona giornata | “buona giornata!” |
Per il femminile si preferisce mantenere “buona” senza apostrofo.
Grande e le sue varianti
Grande è il più versatile del gruppo. Può rimanere invariato in ogni contesto, ma ha anche una forma tronca gran che aggiunge sfumature particolari.
La forma gran è obbligatoria in certe espressioni cristallizzate: “gran parte” (mai “grande parte”), “di gran lunga” (mai “di grande lunga”), “non è un granché” (tutto attaccato con l’accento, significa “non è niente di speciale”).
- “Gran parte degli studenti”
- “È di gran lunga il migliore”
- “Che gran confusione!”
- “Una grande opportunità” (forma piena)
Santo e i nomi dei santi
Una curiosità culturale. Le forme di “santo” seguono regole precise basate sul suono iniziale del nome che segue:
- San + consonante: “San Pietro”
- Sant’ + vocale: “Sant’Antonio”
- Santo + s+consonante: “Santo Stefano”
In espressioni idiomatiche si usa sempre la forma piena: “santo cielo!”, “tutto il santo giorno”.
Strutture particolari
Costruzioni con verbi di percezione e giudizio
Con verbi come trovare, considerare, ritenere, l’italiano offre due possibilità di costruzione. La struttura “verbo + oggetto + aggettivo” è la più lineare, mentre “verbo + aggettivo + oggetto” mette in rilievo il giudizio.
- “Trovo questo libro interessante” / “Trovo interessante questo libro”
- “Considero la proposta valida” / “Considero valida la proposta”
- “Il sole rende la sabbia bollente” / “Il sole rende bollente la sabbia”
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