🎬 Sbatti il mostro in prima pagina
Regia di Marco Bellocchio (1972)
Musiche di Nicola Piovani
👤 Personaggi principali
- Giancarlo Bizanti – Gian Maria Volonté: Il redattore capo del quotidiano conservatore “Il Giornale”, personaggio diabolico e cinico che rappresenta il potere mediatico corrotto. Volonté offre una delle sue interpretazioni più gelide e magistrali, incarnando un giornalista senza scrupoli che manipola l’informazione per fini politici ed elettorali. Bizanti è consapevole della propria corruzione e la pratica con lucida determinazione, trasformando la cronaca nera in un’arma di propaganda. Il suo personaggio simboleggia il giornalismo al servizio del potere, capace di fabbricare mostri e capri espiatori per influenzare l’opinione pubblica.
- Rita Zigai – Laura Betti: Una professoressa che insegna in una scuola serale, donna sola e mentalmente fragile, amante di Mario Boni. Betti entra nel personaggio in modo molto drammatico e convincente, diventa Rita Zigai, una figura tormentata dalla gelosia e dall’ossessione, vittima delle manipolazioni di Bizanti che la convince a testimoniare contro Mario. Il suo personaggio incarna la solitudine e la vulnerabilità di chi viene strumentalizzato dal potere. Rita incarna la tragedia di una donna che, nella sua disperazione sentimentale, diventa complice inconsapevole di una montatura giudiziaria, trasformandosi da vittima in carnefice per vendetta personale.
- Roveda – Fabio Garriba: Il giovane giornalista principiante de “Il Giornale”, ancora dotato di coscienza etica e spirito critico. Garriba è l’unico personaggio moralmente integro del film, che gradualmente scopre la verità sulla manipolazione operata dal suo giornale. Roveda è la speranza, la prova dell’esistenza di un giornalismo onesto che cerca la verità dei fatti, in contrasto con la propaganda del suo direttore. Il suo personaggio costituisce la possibilità di resistenza etica all’interno di un sistema corrotto, l’ideale del giornalista come servitore della verità piuttosto che del potere.
- Mario Boni – Corrado Solari: Il giovane militante della sinistra extraparlamentare, trasformato in capro espiatorio perfetto per l’omicidio di Maria Grazia. Mario Boni è un attivista politico sbandato ma innocente, tipico giovane italiano, milanese, immerso nella cultura rivoluzionaria e marxista, superficiale ma idealista, che diventa il “mostro” da sbattere in prima pagina. Il suo personaggio è l’immagine di quell’intera generazione ribelle e povera degli anni ’70, demonizzata dalla stampa conservatrice. Mario è il nemico, il giovane ribelle che rifiuta le regole della società borghese e per questo viene trasformato in simbolo di tutto ciò che minaccia l’ordine costituito. E’ il sacrificio che il Giornale è disposto a mettere in palio per vincere le elezioni.
- Ingegner Montelli – John Steiner: Il ricco industriale e proprietario de “Il Giornale”, perfetta descrizione del potere economico che controlla l’informazione. Steiner interpreta un uomo attaccato al proprio status privilegiato che rimanendo sempre nell’ombra muove i fili della narrazione mediatica, sempre sul filo della verità, a un passo dalla menzogna. Montelli è lo stereotipo del capitalismo reazionario, che utilizza la stampa come strumento di controllo sociale e propaganda politica. La sua figura rivela come dietro ogni operazione di disinformazione ci siano interessi economici e politici precisi.
- Maria Grazia Martini – Silvia Kramar: La giovane studentessa sedicenne, il cui omicidio scatena la campagna mediatica. Anche se appare solo nei flashback, il suo personaggio è centrale nella narrazione. E’ una ragazza la cui l’innocenza violata viene strumentalizzata, trasformata dalla stampa in simbolo della purezza borghese minacciata dalla violenza rivoluzionaria dei giovani immorali, corrotti, comunisti. La sua morte diventa pretesto per una operazione di propaganda che distorce completamente la realtà dei fatti.
- Colonna sonora di Nicola Piovani, futuro Premio Oscar (La vita è bella, 1999), che compone una partitura evocativa e inquietante per questo capolavoro di denuncia sociale.
Trama
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Milano, marzo 1972. In un clima politico incandescente, alla vigilia delle elezioni e mentre la sede de “Il Giornale” subisce l’ennesimo attacco da parte di gruppi di sinistra, la quindicenne Maria Grazia Martini, figlia del noto professor Italo Martini, viene trovata violentata e strangolata in un fosso nella periferia industriale della città. Il delitto sconvolge l’opinione pubblica, offrendo al redattore capo Giancarlo Bizanti l’occasione perfetta per una campagna mediatica senza precedenti, disposti a fare tutto per far vincere il suo partito di riferimento.
Milan, March 1972. In an incandescent political climate, on the eve of elections and while the headquarters of “Il Giornale” suffers yet another attack by left-wing groups, fifteen-year-old Maria Grazia Martini, daughter of the noted Professor Italo Martini, is found raped and strangled in a ditch in the industrial outskirts of the city. The crime shocks public opinion, offering editor-in-chief Giancarlo Bizanti the perfect opportunity for an unprecedented media campaign, ready to do anything to make his political party win.
Bizanti, sentito il parere del potente ingegner Montelli, maggior finanziatore del giornale, decide di sfruttare politicamente il delitto. Incarica il giovane giornalista praticante Roveda, penna alle prime armi, di seguire il caso affiancandolo allo smaliziato e cinico Lauri. L’obiettivo è chiaro: trovare il colpevole ideale tra gli ambienti della sinistra extraparlamentare, per screditare i movimenti rivoluzionari in vista del turno elettorale. La strategia è quella di trasformare un fatto di cronaca nera in un’arma di propaganda contro la contestazione giovanile.
Bizanti, having heard the opinion of the powerful engineer Montelli, the newspaper’s major financier, decides to exploit the crime politically. He assigns young trainee journalist Roveda, a novice writer, to follow the case alongside the shrewd and cynical Lauri. The objective is clear: find the ideal culprit among the extra-parliamentary left circles to discredit revolutionary movements ahead of the electoral round. The strategy is to transform a crime story into a weapon of propaganda against youth protest.
Mentre Roveda conduce le prime interviste sul campo, raccogliendo testimonianze dai compagni di scuola di Maria Grazia e dai residenti del quartiere, Bizanti avvia indagini parallele più sofisticate. Scopre l’esistenza di Rita Zigai, una professoressa di scuola serale che vive sola e ha una relazione tormentata con Mario Boni, giovane militante della sinistra extraparlamentare. Rita possiede il diario di Maria Grazia e conosce dettagli compromettenti sulla vita privata del giovane attivista. Bizanti intuisce immediatamente il potenziale di questa scoperta dirompente.
While Roveda conducts initial field interviews, gathering testimonies from Maria Grazia’s school friends and neighborhood residents, Bizanti launches more sophisticated parallel investigations. He discovers the existence of Rita Zigai, an evening school teacher who lives alone and has a tormented relationship with Mario Boni, a young extra-parliamentary left militant. Rita possesses Maria Grazia’s diary and knows compromising details about the young activist’s private life. Bizanti immediately grasps the explosive potential of this discovery.
Il redattore capo si presenta a casa di Rita, fingendosi interessato alla sua testimonianza per amore della verità. La donna, oscillando tra realtà e finzione, confessa di aver scritto una lettera anonima al giornale per denunciare il giovane di cui è perdutamente innamorata, ma da cui non è ricambiata. In realtà, il cinico Bizanti manipola abilmente la professoressa, sfruttando la sua vulnerabilità emotiva e la gelosia bruciante nei confronti di Mario. Rita è una figura tragica: donna matura e isolata, ossessionata da un uomo che la disprezza e la sfrutta economicamente. Il redattore capo le offre l’opportunità di vendicarsi, convincendola che Mario è davvero l’omicida e che accusarlo pubblicamente sarebbe un atto di giustizia.
The editor-in-chief presents himself at Rita’s home, pretending to be interested in her testimony for the sake of truth. The woman, oscillating between reality and lies, confesses to having written an anonymous letter to the newspaper to denounce the young man she is desperately in love with, but who doesn’t return her feelings. In reality, the cynical Bizanti skillfully manipulates the teacher, exploiting her emotional vulnerability and burning jealousy toward Mario. Rita is a tragic figure: a mature and isolated woman, obsessed with a man who despises and economically exploits her. The editor offers her the opportunity for revenge, convincing her that Mario is truly the murderer and that publicly accusing him would be an act of justice.
Parallelamente alle manovre di Bizanti, l’opera mostra il giovane Mario nel suo ambiente naturale: assemblee studentesche, manifestazioni di piazza, vita comunitaria negli ambienti della sinistra giovanile. Mario è effettivamente un tipo sbandato, che rifiuta le regole della società borghese, ma è anche un idealista che crede nella rivoluzione. La sua relazione con Rita è puramente strumentale: lei gli offre casa e sostentamento, lui la tollera senza amarla. Il giorno dell’omicidio, Mario aveva effettivamente incontrato Maria Grazia, con cui aveva una relazione impossibile, per poi lasciarla dopo un litigio.
Parallel to Bizanti’s maneuvers, the work shows young Mario in his natural environment: student assemblies, street demonstrations, communal life in extra-parliamentary left circles. Mario is indeed a drifter type, who rejects the rules of bourgeois society, but he’s also an idealist who believes in revolution. His relationship with Rita is purely instrumental: she offers him home and sustenance, he tolerates her without loving her. On the day of the murder, Mario had actually met Maria Grazia, with whom he had an impossible relationship, but then left her after an argument.
Manipolando le informazioni ottenute da Rita e costruendo false testimonianze, Bizanti e Lauri presentano Mario Boni come il colpevole perfetto. Il giovane viene arrestato e sottoposto a interrogatori brutali, durante i quali la polizia, in combutta con il giornale, cerca di estorcergli una confessione. Mario viene portato sul luogo del delitto e costretto a assistere a una grottesca ricostruzione del crimine, con tanto di simulazione della violenza sessuale. Il meccanismo della giustizia si muove in perfetta sintonia con quello dell’informazione manipolata.
Manipulating information obtained from Rita and constructing false testimonies, Bizanti and Lauri present Mario Boni as the perfect culprit. The young man is arrested and subjected to brutal interrogations, during which the police, in collusion with the newspaper, try to extract a confession from him. Mario is taken to the crime scene and forced to witness a grotesque reconstruction of the crime, complete with simulation of sexual violence. The machinery of justice moves in perfect harmony with that of manipulated information.
La campagna di fango de “Il Giornale” raggiunge il culmine con articoli che descrivono Mario come un “mostro” senza pietà, simbolo della violenza rivoluzionaria che minaccia la società. Bizanti orchestra anche una raccolta di lettere false di lettori indignati, giovani ragazze che chiedono giustizia sommaria e la pena di morte. La manipolazione è così sofisticata che riesce a creare un’ondata di indignazione popolare contro tutti i movimenti di sinistra. L’obiettivo elettorale di screditare la contestazione giovanile sta per essere raggiunto.
The smear campaign of “Il Giornale” reaches its climax with articles describing Mario as a pitiless “monster,” symbol of revolutionary violence threatening society. Bizanti also orchestrates a collection of fake letters from outraged readers, young girls demanding summary justice and the death penalty. The manipulation is so sophisticated that it manages to create a wave of popular indignation against all left-wing movements. The electoral objective of discrediting youth protest is about to be achieved.
Tuttavia, il giovane Roveda, guidato dal suo senso etico, continua a indagare per conto proprio. Scopre che il vero assassino di Maria Grazia è il bidello della sua scuola, un uomo disturbato che aveva sviluppato un’ossessione morbosa per la ragazza. Quando Roveda porta questa scoperta a Bizanti, il redattore capo non solo non è interessato alla verità, ma minaccia apertamente il giornalista di non rivelare nulla. La verità deve rimanere sepolta perché il “mostro” perfetto è già stato creato e serve agli scopi politici del giornale.
However, young Roveda, guided by his ethical sense, continues to investigate on his own. He discovers that Maria Grazia’s real killer is the janitor at her school, a disturbed man who had developed a morbid obsession with the girl. When Roveda brings this discovery to Bizanti, the editor-in-chief is not only uninterested in the truth, but openly threatens the journalist not to reveal anything. The truth must remain buried because the perfect “monster” has already been created and serves the newspaper’s political purposes.
In una delle scene più agghiaccianti del film, Bizanti incontra segretamente il vero assassino e, invece di consegnarlo alla giustizia, lo convince a tacere con minacce e ricatti. Il carnefice, terrorizzato, accetta di non confessare mai il suo crimine. Bizanti dimostra così di essere completamente indifferente alla giustizia: ciò che conta non è la verità, ma l’utilità politica della menzogna. Mario Boni deve rimanere il colpevole perché altro non è che il nemico perfetto da additare all’opinione pubblica, un animale da gettare in pasto a chi lo vuole condannare a morte.
In one of the film’s most chilling scenes, Bizanti secretly meets the real killer and, instead of turning him over to justice, convinces him to stay silent with threats and blackmail. The killer, terrified, agrees never to confess his crime. Bizanti thus proves completely indifferent to justice: what matters is not truth, but the political utility of lies. Mario Boni must remain the culprit because he represents the perfect enemy to point out to public opinion.
Roveda, disgustato dalla scoperta della manipolazione, si confronta apertamente con Bizanti in una scena chiave. Il giovane giornalista accusa il suo superiore di aver fabbricato un colpevole innocente e di aver prostituito il giornalismo al servizio del potere. Il redattore capo risponde con cinismo glaciale, spiegando la sua filosofia: il giornalismo non deve essere obiettivo, ma deve servire gli interessi della classe dominante. In una società in guerra, come quella degli anni ’70, bisogna essere protagonisti, non osservatori imparziali.
Roveda, disgusted by the discovery of manipulation, openly confronts Bizanti in a key scene. The young journalist accuses his superior of fabricating an innocent culprit and prostituting journalism in service of power. The editor responds with glacial cynicism, explaining his philosophy: journalism should not be objective, but should serve the interests of the ruling class. In a society at war, like that of the ’70s, one must be a protagonist, not an impartial observer.
Il finale del film si apre con una discussione tra Bizanti e l’ingegner Montelli sul futuro utilizzo della verità. I due decidono di attendere l’esito delle elezioni prima di decidere se rivelare o meno l’identità del vero assassino. Se le elezioni andranno come sperato, Mario Boni potrà restare il capro espiatorio perfetto. Se invece la sinistra dovesse vincere, potrebbero sempre usare la carta della verità per dimostrare la loro “onestà” giornalistica. In ogni caso, la verità è solo uno strumento da utilizzare secondo convenienza politica.
The film’s finale opens with a discussion between Bizanti and engineer Montelli about the future use of truth. The two decide to wait for the election results before deciding whether or not to reveal the real killer’s identity. If the elections go as hoped, Mario Boni can remain the perfect scapegoat. If instead the left should win, they could always use the truth card to demonstrate their journalistic “honesty.” In any case, truth is just a tool to be used according to political convenience.
Il film si conclude con la celebrazione del funerale di Maria Grazia, al quale partecipano tutti i protagonisti della vicenda: Bizanti, Montelli, Rita, le autorità, i cittadini “perbene”. Mentre il prete pronuncia le parole “La messa è finita, andate in pace”, la macchina da presa si allontana dalla chiesa e mostra le acque del Naviglio milanese cariche di liquami e rifiuti che scorrono lentamente verso la città. Questa immagine finale, di straordinaria potenza simbolica, rappresenta la corruzione morale che contamina ogni aspetto della società, dal potere economico a quello mediatico, dalla giustizia alla politica.
The film concludes with the celebration of Maria Grazia’s funeral, attended by all the protagonists of the story: Bizanti, Montelli, Rita, the authorities, the “respectable” citizens. While the priest speaks the words “The mass is ended, go in peace,” the camera moves away from the church and shows the waters of Milan’s Naviglio loaded with sewage and waste slowly flowing toward the city. This final image, of extraordinary symbolic power, represents the moral corruption that contaminates every aspect of society, from economic to media power, from justice to politics.
Sbatti il mostro in prima pagina costituisce uno dei vertici del cinema politico italiano e una delle opere più coraggiose di Marco Bellocchio. Il regista piacentino, ereditando il progetto da Sergio Donati che avrebbe dovuto dirigerlo, trasforma questa storia in un manifesto contro la manipolazione mediatica e i suoi intrecci con il potere. Il film nasce dall’urgenza di denunciare come l’informazione possa essere piegata a fini propagandistici, anticipando tematiche che saranno centrali nei decenni successivi.
Sbatti il mostro in prima pagina embodies one of the peaks of Italian political cinema and one of Marco Bellocchio’s most courageous works. The Piacenza-born director, inheriting the project from Sergio Donati who was supposed to direct it, transforms this story into a manifesto against media manipulation and its entanglements with power. The film was born from the urgency to denounce how information can be bent for propaganda purposes, anticipating themes that would be central in subsequent decades.
La sceneggiatura si ispira direttamente al caso di cronaca reale di Milena Sutter, studentessa genovese uccisa in circostanze simili a quelle narrate nel film. Questa scelta di ancoraggio alla realtà conferisce all’opera una forza documentaria che la rende ancora più realistica. Il film non indulge in astrazioni simboliche, ma mostra con precisione chirurgica i meccanismi concreti attraverso cui il potere fabbrica consenso e capri espiatori.
The screenplay draws directly from the real crime case of Milena Sutter, a Genoese student killed in circumstances similar to those narrated in the film. This choice to anchor to reality gives the work a documentary force that makes it even more disturbing. The film doesn’t indulge in symbolic abstractions, but shows with surgical precision the concrete mechanisms through which power manufactures consensus and scapegoats.
La colonna sonora di Nicola Piovani, futuro Premio Oscar per “La vita è bella”, arricchisce l’atmosfera del film con rara efficacia. Piovani, che aveva già collaborato con Bellocchio in precedenti opere, crea un sound che sottende le dinamiche perverse del potere mediatico. La sua musica accompagna perfettamente la discesa negli inferi della manipolazione giornalistica, creando un’atmosfera di costante tensione e disagio morale.
Nicola Piovani’s soundtrack, future Oscar winner for “Life is Beautiful,” masterfully contributes to the film’s atmosphere. Piovani, who had already collaborated with Bellocchio on previous works, creates a disturbing sound that underlies the perverse dynamics of media power. His music perfectly accompanies the descent into the hell of journalistic manipulation, creating an atmosphere of constant tension and moral unease.
🏆 Riconoscimenti e Critica
Sbatti il mostro in prima pagina ha ottenuto un importante riconoscimento internazionale vincendo l’Orso d’Argento al Festival Internazionale del Cinema di Berlino nel 1973, confermando la qualità artistica dell’opera di Bellocchio. Il film ha rappresentato il cinema italiano in uno dei festival più prestigiosi d’Europa, dove la sua denuncia della manipolazione mediatica ha trovato un pubblico particolarmente sensibile ai temi politici e sociali.
Sbatti il mostro in prima pagina achieved important international recognition by winning the Silver Bear at the Berlin International Film Festival in 1973, confirming the artistic quality of Bellocchio’s work. The film represented Italian cinema at one of Europe’s most prestigious festivals, where its denunciation of media manipulation found an audience particularly sensitive to political and social themes.
L’uscita del film nelle sale italiane, avvenuta il 19 ottobre 1972, ha generato reazioni contrastanti ma intense. Il pubblico si è diviso tra chi ha apprezzato il coraggio della denuncia e chi ha criticato l’impianto ideologico di estrema sinistra e fortemente antifascista dell’opera. Tuttavia, l’impatto culturale del film è stato innegabile, contribuendo al dibattito pubblico sui rapporti tra informazione e potere che caratterizzava quegli anni turbolenti della storia italiana.
The film’s release in Italian theaters, which occurred on October 19, 1972, generated contrasting but intense reactions. The audience was divided between those who appreciated the courage of the denunciation and those who criticized the far-left and strongly anti-fascist ideological framework of the work. However, the cultural impact of the film was undeniable, contributing to the public debate on the relationship between information and power that characterized those turbulent years of Italian history.
La critica dell’epoca ha riconosciuto in particolare l’eccezionale interpretazione di Gian Maria Volonté, definita da Alberto Moravia come la creazione di “un personaggio molto vivo, insieme corrotto e conscio della propria corruzione”. L’attore milanese ha saputo dare vita a uno dei personaggi più cinici e inquietanti del cinema italiano, creando un’icona del giornalismo corrotto che resta impressa nella memoria collettiva. La performance dell’interprete è stata considerata una delle più riuscite della sua straordinaria carriera.
The critics of the time particularly recognized the exceptional interpretation of Gian Maria Volonté, defined by Alberto Moravia as the creation of “a very lively character, both corrupt and conscious of his own corruption.” The Milanese actor was able to give body to one of the most cynical and disturbing characters in Italian cinema, creating an icon of corrupt journalism that remains impressed in collective memory. Volonté’s performance was considered one of the most successful of his extraordinary career.
L’attualità del film è stata riconosciuta anche in tempi recenti. Nel 2024, in occasione della riedizione restaurata dalla Cineteca di Bologna, il critico Tonino De Pace ha sottolineato come “Sbatti il mostro in prima pagina costituisce un’utile riflessione sull’utilizzo della stampa in rapporto ad ogni reale o presunta verità”. L’opera di Bellocchio continua a essere studiata nelle università e nei centri di ricerca come esempio paradigmatico di cinema civile e di denuncia sociale.
The film’s relevance has also been recognized in recent times. In 2024, on the occasion of the restored re-edition by the Cineteca di Bologna, critic Tonino De Pace emphasized how “Sbatti il mostro in prima pagina constitutes a useful reflection on the use of the press in relation to any real or presumed truth.” Bellocchio’s work continues to be studied in universities and research centers as a paradigmatic example of civil cinema and social critique.